Milano

Scali ferroviari milanesi: non c’è male

21 Dicembre 2016

Ho letto con interesse l’articolo di Andrea Balestrero pubblicato sul sito Gli Stati Generali in data 19.12.2016, dal titolo “Dagli scali, la nuova città” relativo all’omonimo workshop organizzato la scorsa settimana da FS Sistemi Urbani a Milano.

Pur condividendo molte considerazioni di Balestrero, quali la difficoltà per l’architettura e la pianificazione urbana nel costruire visioni del futuro, la mancanza di obiettivi precisi della politica nel dirigere la trasformazione delle città, la complessità dell’organizzazione della partecipazione dei cittadini nei processi di trasformazione del territorio e i suoi rapporti con il progetto, tuttavia ritengo che l’effettiva improprietà della vicenda e l’inopportunità dei rapporti tra le parti debbano essere più articolatamente illustrate. Sono molte infatti le ragioni che hanno spinto numerosi cittadini e nomi della cultura e delle professioni, milanesi e non, a sottoscrivere l’appello relativo alla richiesta di sospendere l’iter in corso e di indire, in sua vece, un concorso di progettazione prima della sottoscrizione dell’accordo di programma tra FS, Comune di Milano e Regione Lombardia.

Il workshop è stato finanziato da FS Sistemi Urbani, proprietaria delle aree degli scali ferroviari milanesi. Il ruolo del Comune di Milano in seno al workshop e al proseguo dell’iniziativa risulta del tutto subordinato e fuori luogo, in quanto è evidente che la società FS Sistemi Urbani si muova nella esclusiva prospettiva di valorizzazione fondiaria delle aree, a prescindere da qualsiasi interesse pubblico, locale o territoriale. E in vista di una imminente quotazione in borsa, più volte rimandata. In tema di regia pubblica e interesse pubblico: non c’è male…

È inoltre emerso, durante la commissione consiliare congiunta del 14.12.2016 a Palazzo Marino, che il Consiglio comunale è stato tenuto all’oscuro di tutta l’organizzazione del workshop e del conivolgimento in esso dell’assessorato comunale all’urbanistica, proprio mentre si discuteva in aula della delibera di indirizzo propedeutica alla stesura del nuovo accordo di programma. In tema di partecipazione e di dibattito: non c’è male…

Per come è stata impostata l’iniziativa, manca inoltre un reale confronto con i vari livelli responsabili della programmazione delle infrastrutture e della trasformazione del territorio, a scala comunale, metropolitana e regionale. È chiaro che chi è interessato solo alla valorizzazione fondiaria delle aree si guardi bene dall’affrontare il discorso nella sua complessità, processo che è invece ineludibile se vogliamo che la trasformazione degli scali sia l’occasione di ripensare al rapporto tra la città e il suo territorio, tra i quartieri limitrofi e il centro, ma soprattutto tra la città e la sua area metropolitana, con tutte le sue implicazioni regionali, circa la programmazione e il finanziamento delle infrastrutture e dei servizi a scala metropolitana e regionale, oltre che locale. In tema di visioni e scenari urbani: non c’è male…

Oltre tutto, tale workshop, nonché tutta la trattativa, sono viziati dal ricorso al TAR protocollo R.G. N. 884/2016 depositato da FS Sistemi Urbani contro il Comune di Milano il 20.04.2016, per ottenere l’annullamento degli atti di mancata ratifica del precedente accordo di programma, con riserva di risarcimento danni. In tema di collaborazione: non c’è male…

A fronte della gravità di quanto sopra riportato con riferimento all’evidente danno per l’interesse pubblico e allo spregio delle forme democratiche, l’inopportunità delle consulenze su incarico diretto ai 5 professionisti coinvolti è perfino tema minore, anche se inequivocabilmente e sinteticamente riassume tutta questa vicenda, in cui attività di creazione di consenso e strategie di marketing vanno a braccetto con una strumentale e ornamentale partecipazione della cittadinanza.

Oltre a dissociarsi dalle attività di FS, il Comune di Milano deve indire, di concerto con Città metropolitana e Regione Lombardia, un grande concorso internazionale, strumento atto a definire visioni e scenari urbani, nell’interesse pubblico e alla scala adeguata e sulla scorta di un documento preliminare seriamente istruito, dagli uffici tecnici comunali e dai loro eventuali consulenti scelti ai sensi del Codice degli appalti. E tale concorso è da effettuarsi prima della sottoscrizione dell’accordo di programma, non dopo, quando le scelte di sistema e infrastrutturali saranno ormai fissate e FS, abbandonato ogni interesse verso l’effettiva trasformazione degli scali e il potenziamento del sistema su ferro metropolitano, potrà tornare a occuparsi di borsa e finanza.

Non vogliamo assistere ad altre messe in scena, utili a promuovere interessi di parte e mettere pressione sui decisori politici: dagli scali, la vecchia città. Milano può essere e sarà d’esempio per le altre città italiane, nel bene o nel male: la trasformazione degli scali ferroviari è un’occasione da non perdere per costruire una nuova idea di città e di cittadinanza.

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