Milano

Primi sondaggi, Sala rischia grosso a Milano

25 Febbraio 2016

Si stanno formando le squadre per la scalata al posto del sindaco uscente Pisapia. Ma iniziano ad arrivare anche le prime rilevazioni, per ora rigorosamente anonime, sugli scontri del 12 giugno, se sarà quella la data finale delle comunali milanesi. Nel centro-sinistra, accanto a Sala, ci saranno probabilmente tre liste principali: il Pd, la lista-Balzani (rivolta un po’ più sinistra) e la lista Sala (con un occhio al voto più moderato), in attesa delle decisioni di Sel. Nel centro-destra, Parisi diventa anche il “portabandiera” di Forza Italia, con il suo nome nell’occhiello (una volta appannaggio di Berlusconi) e Gelmini capolista. Accanto, ci sarà la Lega con Salvini in pole-position, Fratelli d’Italia con, pare, La Russa come capolista e l’Ncd milanese di Lupi. Per gli altri contendenti, il Movimento 5 stelle candida Bedori, mentre Passera sarà il leader di Italia Unica.

L’ultima incognita dei partecipanti riguarda la formazione di sinistra, che ancora deve decidere un proprio candidato e capire, come si diceva, cosa farà Sel. Se starà (in parte, del tutto o per niente) con Sala, oppure appoggerà una lista alternativa all’ex manager di Expo. Alcune voci ben fondate, raccolte da Gli Stati Generali, indicano in Curzio Maltese il possibile leader di un raggruppamento eterogeneo, che andrebbe da Civati a tutti i delusi della vittoria di Sala alle primarie. Ci saranno infine un po’ di formazioni minori o di bandiera, con ovviamente scarse chance di vittoria.

Queste dunque le forze in campo per una competizione il cui risultato, dato forse per acquisito nel caso si fosse ripresentato Pisapia, oggi torna ad essere più in bilico che mai. La situazione più probabile, dopo il primo turno, dovrebbe vedere nelle prime due posizioni Sala e Parisi, che si spartiscono una quota compresa tra il 70% e l’80% dei consensi, con la coalizione di centro-sinistra avanti di qualche punto rispetto a quella di centro-destra.

In terza posizione i 5 stelle, con un risultato non distante dal 10% dei voti, seguito dalla lista di sinistra, con un performance elettorale ancora piena di incognite (che dipenderà molto da chi entrerà di fatto a far parte di questa mini-coalizione), ma che si può stimare non superiore al 6-7%. Passera non riuscirà a superare il 5%, mentre le possibili liste rimanenti dovranno accontentarsi di percentuali relativamente basse.

Se queste saranno le posizioni all’indomani del primo turno, il ballottaggio si presenterà ad alto rischio per Sala, che difficilmente potrà contare sull’appoggio di altri decisivi settori di elettorato. Gran parte della sinistra, come ha più volte ribadito, non ha nessuna intenzione di recarsi alle urne per sostenerlo; gli elettori pentastellati, nel caso vadano a votare, non vorranno perdere l’occasione di tentare di dare un brutto colpo al governo Renzi, per interposta persona; e così molto probabilmente faranno gli elettori di Passera, che già si è posizionato apertamente contro “la sinistra” al governo milanese, con una campagna molto forte e decisa.

Risultato? E’ altamente probabile che, dopo il voto del secondo turno, i consensi per i due principali candidati saranno pressoché pari. Occorre perciò, se Sala vuole vincere, avanzare proposte e temi molto incisivi, capaci di coinvolgere la popolazione più distante dalle appartenenze politico-partitiche. Perché, come sembra, Parisi potrà contare su una capacità comunicativa molto superiore a quella del suo diretto avversario. Il candidato del centro-destra, da parte sua, dovrà forzatamente mantenersi ben distante e autonomo rispetto ai partiti che lo sostengono. Milano è infatti globalmente soddisfatta dell’operato di Pisapia e della sua giunta; prospettargli un ritorno agli anni di Letizia Moratti e delle forze politiche che la sostenevano, non sarebbe un messaggio molto gradito. Sarà una bella gara…

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