Milano

Reinventing Cities – Reinventare Milano

16 Novembre 2017

Scritto in collaborazione con Demetrio Scopelliti

 

Milano da alcuni anni fa parte della rete internazionale di città “C40”. Negli annuali meeting, focalizzati in particolare sulla sostenibilità ambientale delle metropoli globali, il tema principale è condividere e copiare le buone pratiche.
L’esperienza urbanistica di Parigi è senza dubbio una delle più interessanti a livello europeo. Con il progetto “Reinventer Paris”, lanciato nel 2015, la città ha messo a gara 23 spazi pubblici ottenendo risultati straordinari.
Là dove c’era un parcheggio per autobus che divideva due quartieri ci sarà un avveniristico edificio ponte caratterizzato dalla presenza di 1000 nuovi alberi per assorbire l’inquinamento prodotto dal traffico. Una stazione dismessa diventerà il centro di un progetto di urban farming. Edifici storici, ex spazi industriali, angoli urbani di ogni forma, dimensione e genere, vivranno una seconda vita, venendo trasformati con progetti all’avanguardia.
L’idea è mettere all’asta luoghi abbandonati o sottoutilizzati con una procedura unitaria, secondo una visione che prevede come primo requisito la qualità del progetto di rigenerazione (dal punto di vista ambientale, dell’innovazione, dell’utilità sociale) e solo in seconda battuta l’offerta economica.
Ciò che colpisce dell’idea parigina sono i numeri, la qualità progettuale, anche la rapidità nel passare alle fasi operative, la nascita di team multidisciplinari che mettono insieme dagli investitori ai progettisti fino ai comitati di quartiere. L’idea è già diventata un modello utilizzato per altre iniziative a scala territoriale: “Reinventer la Seine” e “Inventons la Métropole du Grand Paris”.

Ma veniamo a noi, che c’entra Milano? Che c’entra la rete C40?
Con altre 14 città del mondo (tra cui Rio, Chicago, Madrid, San Francisco, Oslo) ci siamo detti che se funziona a Parigi può funzionare anche da noi.
Così da diversi mesi un gruppo di lavoro ha individuato le aree adatte e definito i regolamenti, sperimentando procedure nuove e affrontando (superandole) tutte le complessità del caso.
Il grado di difficoltà di progettare un bando con regole analoghe per 15 città in Paesi diversi, con leggi e procedure diverse, è davvero rilevante, però l’opportunità era tale che oggi possiamo finalmente dire che ne è valsa davvero la pena.
Il 16 novembre, insieme a C40 e alle altre città, abbiamo lanciato “Reinventing Cities”, un concorso internazionale per ottenere idee innovative accompagnate da solide proposte di investimenti su 46 aree in tutto il mondo: da un aeroporto dismesso a Quito a un angolo di Viale Andrea Doria, da una ex discarica a Houston allo scalo ferroviario di Greco.
Vedere nella stesse pagine web le Scuderie de Montel, l’area di Via Serio, il mercato di Gorla e opportunità analoghe a Auckland, Città del Messico o San Francisco, consente di attirare nella nostra città progetti e investimenti interessanti, rendendo al contempo più attrattivi i bandi di alienazione anche per gli investitori e i professionisti italiani.
Da un punto di vista tecnico, il processo si sviluppa su due fasi, al termine delle quali, il Comune (o nel caso dello scalo di Greco le Ferrovie dello Stato) si riservano di accettare o meno le proposte avanzate, ma le regole hanno dei principi chiari: si valuta prioritariamente il progetto e la sua qualità ambientale, poi il team di lavoro e l’offerta economica.
È una modalità di collaborazione tra pubblico e privato nuova, che si basa principalmente sulla condivisione di un approccio e un’idea di città, che non solo speriamo abbia successo, ma che diventi apripista per future opportunità di recupero di spazi dismessi a Milano, magari non solo comunali ma di tutti gli altri enti pubblici che dispongono di spazi ma non hanno progetti.

PS. Crediamo vada valutato con grande interesse che tra le aree in questione c’è anche uno scalo ferroviario. Milano ci ha messo 12 anni ad approvare un accordo sulla rigenerazione degli scali, ma finalmente a luglio il Consiglio Comunale – con solo 4 voti contrari – ha approvato l’Accordo di Programma che prevede 2/3 delle aree a verde, 30% dell’edificato ad housing sociale, 30% per usi non residenziali e un investimento significativo per realizzare le stazioni necessarie alla Circle-line ferroviaria.
A distanza di soli 4 mesi viene avviata una procedura non solo di vendita, ma di sviluppo di un progetto di qualità che dia un futuro allo scalo di Greco. Crediamo sia non solo una buona notizia, ma la dimostrazione del fatto che cambiare lo stato delle cose è possibile, con impegno, determinazione e un po’ di sana voglia di innovare.

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