Milano
Quello di Renzi no, ma lo storytelling di Sala piace
Sarà bravura, sarà fortuna, sarà un caso, resta il fatto che Beppe Sala, da qualche mese sindaco di Milano, sembra essere contornato da un’aura positiva, da una decisa capacità di catalizzare energie propulsive e da una elevata fiducia nel cammino futuro della sua città.
Riassunto della puntata precedente. In occasione del referendum, promosso da Renzi, si era manifestata una significativa anomalia tra il favore per i singoli elementi che componevano il pacchetto della riforma costituzionale (il giudizio analitico) e l’avversione per la riforma stessa (giudizio sintetico). Le cause principali, si argomentava allora, erano molto probabilmente legate ad un difetto di comunicazione dell’allora premier Matteo Renzi, il cui “storytelling” pareva non funzionare.
Nell’indagine effettuata dall’Università di Milano, e presentata ieri in consiglio comunale, si registra al contrario un effetto opposto. Da una parte il giudizio analitico tra i diversi aspetti della vita milanese, seppur sufficiente (intorno al 56%), appare significativamente inferiore al giudizio sintetico sulla qualità della vita nelle zone della metropoli lombarda, giudizio che si attesta su un valore superiore all’80% di valutazioni positive.
Come dire: certamente in città si registrano delle magagne, delle cose che non funzionano particolarmente bene, primo fra tutti il problema dell’integrazione degli immigrati, seguito da quello della sicurezza. Ma, tutto considerato, la valutazione della vita milanese resta circondata da una forte positività, quasi fosse una apertura di credito sulla possibilità (o sulla speranza) che le cose verranno affrontate e migliorate, nel corso dei prossimi anni del mandato del sindaco.
Beppe Sala riscuote una buona fiducia personale in qualità di garante di un proficuo cammino futuro per la città. Le sue azioni, la sua comunicazione, la sua costante (ma “discreta”) presenza nei temi all’ordine del giorno lo hanno fatto divenire, in pochi mesi, il simbolo concreto di un produttivo impegno per la crescita di Milano. Pare, per certi versi, un Renzi al contrario. Laddove l’ex sindaco di Firenze pareva invadere la scena con la sua presenza “esagerata”, Sala al contrario sembra un simbolo dell’equilibrio: mai una frase fuori misura, mai una presa di posizione che non tenga conto di tutte le richieste, anche antitetiche, che gli vengono presentate.
Da buon amministratore che cerca appunto di amministrare, il neo-sindaco rappresenta plasticamente la fiducia per il futuro della città, il giudizio “sintetico” sulla qualità della vita meneghina. Almeno per ora. Nel doman non v’è certezza.
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