Milano
Piccolo data-report sulla Milano del turismo e dei viaggiatori
Michele Barbera è il CEO di SpazioDati, startup dietro Atoka. Questo post è sponsorizzato da:
L’estate è anche tecnicamente agli sgoccioli, e si può ormai dire con sicurezza: è stata una stagione molto positiva per il turismo italiano. Tra le città che hanno goduto del boom di visitatori, anche Milano. Metropoli, del resto, che dal punto di vista turistico sembra in forte sviluppo, come suggeriscono ad esempio i dati Unioncamere. Certo, nel capoluogo lombardo non tutti i visitatori sono vacanzieri attirati dai tesori della Pinacoteca di Brera o dalle vetrine scintillanti del Quadrilatero: giocano un ruolo decisivo il turismo fieristico e congressuale, il turismo sanitario e universitario, quello d’affari e quello sportivo…
In ogni caso, a beneficiare della manna di visitatori, italiani e stranieri, c’è una vasta galassia di aziende milanesi di tanti settori diversi: dal caffè dei Navigli che fa il pieno di turisti patiti dell’«authentic Italian coffee», al ristorante a due passi da Palazzo Mezzanotte, passando per la libreria in Galleria Vittorio Emanuele che vende la guida di Milano, o il tabaccaio pieno di souvenir in corso Buenos Aires, tanto per fare qualche esempio banale.
Ma al ristorante, dal tabaccaio, in libreria o al bar ci vanno anche i milanesi. C’è un settore, invece, legato quasi esclusivamente a coloro che, per piacere o dovere, visitano il milanese: il settore degli alberghi, dei campeggi, degli affittacamere e simili. In altre parole, tutte quelle aziende che l’Istat fa rientrare nel codice Ateco 55 (Alloggio), ossia la divisione che “include la fornitura di alloggi per brevi periodi a visitatori e viaggiatori. È inclusa anche la fornitura di alloggi per periodi di tempo più lunghi a studenti, lavoratori e figure simili. Alcune strutture forniscono unicamente alloggio, mentre altre forniscono una combinazione di alloggio, pasti e/o servizi accessori”.
Qualche giorno fa, sul finire di agosto, ho dunque provato a usare Atoka, il nostro tool di lead generation e sales intelligence, per cercare di capirne un po’ di più su questo settore in grande spolvero. Del resto quasi tutte le indagini sul turismo partono proprio dall’analisi del settore alberghiero… Ecco cosa è venuto fuori dal mio curiosare post-ferragostano un po’ nerd.
Prima di tutto, qualche numero, aggiornato appunto al mese di agosto. Le aziende con sede legale nel milanese attive nel settore dell’alloggio sono, in tutto, 1.623. Si tratta di una cifra importante, tra le più alte d’Italia, che conferma la fama della metropoli lombarda come protagonista del turismo nazionale. Si noti che nei primi dieci piazzamenti nazionali la provincia di Milano è la sola del Nordovest, essendo le altre del Nordest (3), del Centro (3) o del Sud (3).
Si tratta soprattutto di srl (795), che costituiscono il 48,9% del totale, ma non mancano le imprese individuali (302), pari al 18,6% del totale, né le società in accomandita semplice (182, 11,2%), o le srl con unico socio (142, 8,8%). Le spa sono 54 (3,3%). La predominanza delle srl potrebbe essere interpretata come segno della maturità del settore. Non a caso Milano è la seconda provincia italiana per numero di società per azioni del settore dopo Roma.
Si conosce l’età di quasi tutte le aziende (per la precisione, di 1.577). Ebbene, 820 sono sul mercato da almeno 10 anni, e 568 sono maggiorenni. Un numero forse più interessante: 101 hotel e affini hanno almeno mezzo secolo di vita! Solo in provincia di Roma, da sempre meta di intensi flussi di turismo religioso e culturale, c’è un maggior numero di aziende così anziane (143, per l’esattezza). Ancora, delle 1.238 aziende del settore con numero di dipendenti noto, in 19 hanno almeno 250 dipendenti. Si tratta di gran lunga del dato più alto d’Italia.
Ho poi analizzato le parole-chiave delle aziende del settore alloggio milanese. Si tratta di un lessico frutto di un’analisi semantica di una grande quantità di sorgenti-dati associate a hotel, campeggi, affittacamere ecc… quali social media, siti web, pagine di Wikipedia e via dicendo, sulla base di parametri di occorrenza predeterminati. Ecco le risultanze: “Piazza del Duomo, corso Buenos Aires, Fiera di Milano, metropolitana, Castello sforzesco, linea M1, Milan, piazzale Loreto, Via Monte Napoleone, Quadrilatero della moda, Navigli, Brera, wi-fi, Rho Fiera, linea M3, Teatro alla Scala, Madonnina, Ultima Cena…”
Come si può vedere, è un lessico eterogeneo, che riflette le molteplici anime di Milano, e quindi i molteplici turismi (fieristico, sportivo…) che convergono nel capoluogo meneghino. Su tutti spicca il simbolo per eccellenza della città, Piazza del Duomo, e abbondano i riferimenti allo straordinario patrimonio culturale e artistico locale (Castello sforzesco, Brera, Teatro alla Scala, Ultima Cena), ma emerge subito anche il ruolo di Milano come polo fieristico di rilevanza europeo (Fiera di Milano, Rho Fiera), come capitale dello sport (Milan) e del lusso (Via Monte Napoleone, Quadrilatero della moda). Per quanto riguarda poi il tasso di digitalizzazione, 770 aziende hanno un sito web, pari al 47,4% del totale, 415 sono su Facebook (25,6%) e lo 0,8% ha un e-commerce. Dati che sono più o meno in linea con la media nazionale: 47,3% – 26,6% – 0,9%.
La foto è “Foto aerea dei grattacieli di Porta Nuova in costruzione, 2012” del fotografo operante con lo pseudonimo “Conte di Cavour” CC BY-SA 4.0. Michele Barbera, autore di quest’articolo, è il CEO della startup SpazioDati.
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