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Per Milano
Perché parlare male di Milano è diventato di moda
Milano 18 marzo 2025
La data di oggi è importantissima per Milano, si ricorda l’inizio delle Cinque Giornate del 1848
Un fatto storico che ci aiuta a capire cosa è Milano partendo da quello che è stata, una città sempre al centro della storia, nel bene e, purtroppo, anche nel male.
Ha commesso degli errori, alcuni anche piuttosto vistosi, ma ha sempre pagato il suo conto. In questi mesi, forse anni, sembra aver perso il suo tocco magico. E così la città attrattiva, la città più internazionale di Italia, con le sue eccellenze in campo economico, industriale e creativo si è trovata ad essere descritta come un posto infernale.
Assediata dalla gentryfication, dalla foodification, è diventata una destination con una reputation da place to be con conseguente overtourism (si Milano è anche la città di Daniela Santanché) e del Dogui. Un cliché buono a farci sfottere.
– “Non mi ricordo per esempio che macchina avevo, se era un’alfone Mille e nove o se era un’Aurelia Spider”
– “Avevi la Porsche”
-“Esatto, macchina di grande libidine”
Una città dove tutto costa caro, una città egoista, una città pericolosa, insicura, una città dove la corruzione regna sovrana e il Palazzo di Giustizia torna ad essere un buono sfondo per i collegamenti dei TG. In una parola: Milano è diventata invivibile.
Il racconto della città con questa chiave contiene sicuramente delle verità, alcune davvero scomode e sanguinose. Tra queste una certa latitanza della sua classe dirigente e del suo affidarsi ai servizi privati.
Vivo anche io a Milano e le cose le vedo, quindi non dirò che è tutto falso, anzi. Al contempo però non posso non notare che parlare della città da un punto di vista solo critico riscuota sempre più successo.
Milano, però, con la sua innata indole al cambiamento e col suo rialzarsi dopo le cadute ha scritto una sorta di catechismo laico, ce lo insegna la Storia: si ribellò agli austriaci ben sapendo che la sua indipendenza sarebbe stata effimera. Tuttavia non vi rinunciò.
Come una squadra di calcio anche Milano sta avvertendo questa atmosfera da fine ciclo, un’atmosfera che sono convinto, però, non si concluderà con un lento declino ma con una ripresa.
Sono necessarie nuove energie e nuove capacità progettuali per invertire la rotta, un maggiore coinvolgimento di tutti noi, di quelli che abitano a Milano e di quelli che ci arrivano, in definitiva della cittadinanza (magari cominciando ad andare a votare).
Storicamente abbiamo attratto moltissime personalità che ci hanno lasciato tracce indelebili con la loro vitalità creativa (Leonardo, Giuseppe Verdi, Giulio Natta etc..)
Chi conosce la città – anche chi ne parla male – sa benissimo che ci sono figure e realtà che continuano a fare la loro parte.
A cominciare da tutto il mondo della solidarietà e del terzo settore che a Milano è particolarmente attivo, anche grazie alle collaborazioni tra pubblico e privato.
Per proseguire con una maggior collaborazione tra le istituzioni , ad esempio con la Regione, sugli alloggi popolari o sul trasporto pubblico esterno al perimetro della Madonnina (come accade a Parigi con la RER). Collaborazione ben visibile per quanto riguarda il prossimo grande appuntamento di Milano-Cortina 2026.
Mi piacerebbe che si potessero riparare le smagliature profonde e quelle superficiali, e che si tornasse a parlare delle cose buone che ci sono a Milano (trasporti, ospedali, opportunità lavorative etc..)
W Milano positiva.
PS Il 18 Marzo è anche il giorno in cui nel 1978 furono uccisi Fausto e Iaio. Due delitti su cui a quasi 50 anni dal fatto non c’è ancora una verità
Ph. Credit Andrea Cherchi
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