Milano

Parentesi Graffa. Governare Milano e Roma, opportunità vs alto rischio

3 Luglio 2021

Perchè non si trovano candidati sindaci per le due maggiori città italiane?

Non si trovano o non si vogliono trovare?

Personalità civica o politica?

Le differenze tra le due città sono enormi, come è diversa la loro storia e le loro passate amministrazioni. Milano ha un numero di abitanti che sfiora 1.400.000 e si estende su una superficie di 181,67 km quadrati. Roma ha 4.200.000 abitanti e la sua superficie arriva a contare 5.352 km quadrati. Qui la prima grande differenza, ma non è solo questo che rende più facile amministrare la nominata capitale economica del paese a dispetto della capitale ufficiale e politica.

Milano dall’epoca dello scandalo di tangentopoli ha visto susseguirsi amministrazioni di diversa estrazione politica, ma nonostante questo ha sempre seguito un percorso in crescita che la porta ad essere definita capitale industriale e finanziaria d’Italia, oltre ad essere punto di riferimento nella moda, nel design, nell’innovazione e nel lavoro.

Passa dalla prima amministrazione leghista con Marco Formentini, che ereditava la guida, dopo un tormentato e triste periodo, che segnava il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica. Dopo la Lega è la volta di Gabriele Albertini, sostenuto dal centro destra, governerà la città per due mandati consecutivi. Gli succede Letizia Moratti anch’essa sostenuta dal centro destra. Poi la svolta a sinistra, prima con Giuliano Pisapia, poi con l’attuale Sindaco, Giuseppe  Sala.

Pochi i cambiamenti, nonostante le differenti ideologie politiche dei governanti, perché, come raccontava pochi giorni fa il Prof. Gianni Canova su queste pagine “Milano è una città straordinaria, perché cresce a prescindere dalla politica. A Milano, la politica esiste, ma la città si muove per i fatti suoi. La città cammina da sola, ha una sua forza, un suo orgoglio ambrosiano, meneghino, che non si smentisce mai“.

Non si può dire la stessa cosa di Roma, indubbiamente una città complessissima da amministrare, da quasi tutti i punti di vista: mobilità, verde pubblico, raccolta di rifiuti, decentramento amministrativo… per citarne solo alcuni.

Anche qui si sono succedute amministrazioni diverse, ma uguali sono rimasti i problemi. Alcuni sindaci milanesi sono tuttora attivi politicamente e godono di un buon ricordo, al di là della fede politica. Roma ha invece sacrificato politicamente diversi amministratori. È il caso di Gianni Alemanno, che dopo la sconfitta subita da Ignazio Marino, è sparito dai radar della destra nazionale. Lo stesso Ignazio Marino, pugnalato da quel gruppo PD su cui si reggeva la sua consiliatura romana, è tornato a occuparsi di medicina.

Ma ecco la novità, l’ascesa del Movimento 5 Stelle premia la presunta onestà, a discapito della competenza, e incarna Virginia Raggi alla guida della città. Un compito difficile, una mission impossible anche per una figura esperta, figuriamoci per una giovane avvocata, poco esperta di politica, che deve nuotare in un mare grande, spesso inquinato da rifiuti (il riferimento non è casuale) esistenti da anni.

I risultati, purtroppo non inattesi, sono sotto gli occhi di tutti.

Mi chiedo come mai alla luce di ciò, sia così difficile trovare un candidato degno di nome, per la città di Milano, che sfidi l’attuale sindaco. In questi anni non è emersa nessuna personalità e se l’unica soluzione credibile era quella di richiamare l’ex Sindaco Gabriele Albertini, significa che la soluzione è il problema. A prescindere da chi però diventerà sindaco, concordo con il Prof. Canova: la città può camminare da sola. Roma resta invece un enorme problema, chi la guiderà avrà bisogno non solo di due mandati consecutivi, ma anche di una buona stella per almeno tentare di ridurre le distanze tra il rito Romano e il rito Ambrosiano.

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