Milano
Orti urbani, sembra un ossimoro ma è un’opportunità
Non devi abitare per forza in campagna o avere una seconda casa lontana dalla città per mangiare insalata e pomodori che tu stesso hai coltivato. Anche in una metropoli possono esserci spazi verdi, di proprietà del comune o di associazioni, che puoi prendere in gestione per un periodo di tempo definito e dietro il pagamento di una quota annuale.
Puoi scegliere di farlo per hobby, per interrompere con un po’ di movimento la tua vita sedentaria o per spendere meno soldi al supermercato. Non ci sono dati che indichino un concreto beneficio per l’ambiente, come la riduzione dell’inquinamento, ma quel che è certo è che, con il proprio orto, si sta promuovendo una cultura di cui ci si sta dimenticando: quella del chilometro zero e del rispetto dei cicli della natura e della biodiversità, anche in mezzo ai grattacieli.
Negli ultimi anni, Milano sembra aver ritrovato la sua vocazione rurale. Oltre la metà dell’area metropolitana è destinata a un utilizzo agricolo o forestale: pensiamo, ad esempio, al Parco Agricolo Sud Milano, lo spazio verde di questo tipo più grande d’Europa.
All’interno di questi numeri, si collocano anche le diverse esperienze di orti urbani. Alcuni messi a disposizione dal Comune, altri da associazioni, altri ancora ideati dalle scuole per promuovere un’esperienza didattica. Vengono coltivati da una o più persone, riqualificano terreni abbandonati, abbelliscono la città e aiutano a rafforzare le relazioni sociali e a creare un senso di comunità.
Nel capoluogo lombardo si trovano un po’ ovunque, in periferia, oppure in piazza Gae Aulenti. A Milano, si possono coltivare terreni anche all’interno di strutture del Comune. In ognuna delle nove zone nelle quali è suddivisa la città, si può trovare un orto urbano dove iniziare a mettere in pratica la propria passione verde.
Inoltre, il Comune di Milano, nel 2012, ha avviato il progetto ColtivaMi, con il quale assegna spazi aperti per la realizzazioni di orti urbani in aree di proprietà comunale. Per i bambini è importante imparare il valore di un’alimentazione sana e a chilometro zero fin da piccoli; inoltre, non sarebbe male se coltivare un orto diventasse un’esperienza divertente. A questo obiettivo mirano i progetti realizzati nelle diverse scuole pubbliche di Milano, con il sostegno del Comune.
Uno di questi è “Orto in classe”, promosso dall’associazione Civiltà Contadina e sostenuto dal Comune di Milano che vuole mostrare a quei bambini cresciuti fra supermercati e mense scolastiche che la natura ha un suo ciclo di crescita e che ogni prodotto è legato a una stagione. I bambini piantano dei semi in alcuni vasetti e s’impegnano a prendersene cura: una volta cresciuta la pianta, si potrà creare un orto condiviso di classe.
Oltre ai terreni dati in concessione dal Comune, ci sono quelli di proprietà o in gestione ad associazioni di varia natura. Esempio bello ed interessante è il community garden del Parco Trotter, nato nel 2009 grazie all’iniziativa dell’associazione Amici del Parco Trotter e della scuola “La casa del sole”.
Altro luogo che offre davvero un contatto diretto con la natura e la coltivazione in area urbana è il Bosco in Città che rappresenta il primo esempio diforestazione urbana in Italia.
E’ un parco pubblico appartenente al Comune di Milano, venne realizzato nel 1974 su iniziativa di Italia Nostra, in una zona agricola in stato di abbandono contenente la Cascina San Romano ormai in rovina. Situato nell’area ovest di Milano, è formato da 110 ettari di boschi, radure, sentieri, corsi d’acqua, orti urbani e un antico edificio rurale, la cascina San Romano, ora ristrutturata, ne costituisce il centro operativo.
Nella fascia esterna del parco si trovano, oltre al vivaio e a centoquaranta orti, aree a coltivazione guidata assegnate per sorteggio fra i richiedenti: un luogo bellissimo per unire natura, agricoltura e solidarietà sociale, in un momento in cui se ne sente necessità.
(Immagine tratta da nonsprecare.it)
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