Milano
Oltre il recinto del centrosinistra. L’ultima di Umberto Ambrosoli
Lei si rende conto di quello che dice? Lo sa che in tanti avevamo votato per Lei alle scorse elezioni regionali della Lombardia? Lo sa che l’avversario di quel tempo era la storia del celeste, dei Lupi?
Cosa vuole fare ora? Anche Lei praticare la teoria del “cambia verso” e avere come alleato Lupi e Formigoni?
Ma stiamo scherzando?
Vale anche per Lei, Umberto Ambrosoli. Da elettore di Sinistra, rispetto il pensiero ma non condivido. Rigetto.
Il partito della nazione non è una mia espressione. Non desidero essere accanto a un partito pigliatutto, in cui destra e sinistra si confondono. Parlo di indirizzo culturale e politico, non di un tipo di schieramento, che superi la contrapposizione tra progresso e reazione.
Rigetto perché percorrere un cammino con questo partito della nazione è impraticabile, contro natura. Lo è poichè in questo passaggio storico siamo impegnati in una battaglia di cultura politica contro il renzismo che da un lato liscia il pelo al populismo e al primitivismo e dall’altro accetta tutte le compatibilità dei tecnocrati europei.
Non voglio essere contaminato da quel Partito della Nazione (come auspicato da Nardella) dove ci sono già le impronte (e molto marcate) dei passi di Denis Verdini, di Alfano o di Lupi, di Formigoni.
Non voglio essere complice di questa distruzione dove risulta evidente che le ragioni di questa spericolata inversione vanno ricercate sul piano della politica. Dove allearsi significa abbracciarsi con quel partito a vocazione baccanale, un partito fondato sugli interessi del ceto politico, su quelli della casta e della sua autotutela.
Mi spiace: rimango nel mio recinto. Da “elefante in cristalleria”
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