Milano
Olimpiadi invernali e Sblocca cantieri: una morsa letale?
Ore 18:05 del 24 giugno 2019: il ticket Milano-Cortina si aggiudica le Olimpiadi invernali del 2026 battendo nettamente i rivali svedesi di Stoccolma-Are. Un successo atteso, costruito, meritato. Persino il M5S che prima a Roma e poi a Torino si era defilato da simili candidature balza ora sul carro dei vincitori. La narrazione del “modello Milano”, come sottolineato in queste pagine da Jacopo Tondelli, ne trarrà nuova linfa vitale e retorica. Il sindaco Beppe Sala, la cui immagine esultante è già storia (nonché meme e gif virale), ha dichiarato a caldo che bisognerà fare le cose bene e subito. Da più parti si levano rumors che lo vedrebbero quale commissario olimpico designato. A suo favore, ovviamente, la pregressa esperienza per Expo.
Ecco, Expo. La realizzazione di un evento complesso qual’è quello di ospitare i Giochi olimpici deve puntare sulla qualità in tutte le sue fasi: prima, durante e dopo. Il pantano e gli imbarazzi vissuti per l’Esposizione universale sarebbe meglio che non si ripetessero. Soprattutto nel contesto attuale, legislativo e governativo, nel quale si tende a voler fare a meno di certi controlli e lacciuoli. Secondo le stime più accreditate le Olimpiadi valgono qualcosa come 4 miliardi di euro in introiti diretti e indiretti. Aprire tutta una serie di cantieri col depotenziamento di uno strumento prezioso qual’è quello del Codice degli appalti (che pure aveva i suoi difetti come denunciato sin da principio da giuristi ed esperti) potrebbe rilevarsi un pericoloso boomerang, col concretizzarsi dei timori più volte espressi dal numero uno dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone.
L’auspicio è che, almeno in quest’occasione, il famigerato “sistema paese” regga. Anzi, si esalti. Solo il futuro ci dirà se sul ghiaccio dei Giochi Milano e l’Italia intera si esalteranno o scivoleranno malamente.
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