Milano
Non regaliamo le primarie a Giuseppe Sala
Se le primarie per decidere il candidato sindaco di Milano fossero a doppio turno sarebbe tutto più facile, ognuno potrebbe votare al primo turno il proprio candidato e poi – sempre che nessuno raggiunga la maggioranza assoluta – scegliere chi si sente più vicino (o meno lontano) nel ballottaggio.
Purtroppo, non è così: si vota a turno unico. Quindi, come da regolamento, vince “il candidato che abbia ricevuto la maggioranza dei voti validamente espressi”. Il che significa che, oggi come oggi, stiamo regalando le primarie a Giuseppe Sala.
Ora, io non ho nulla contro Sala. Sarà sicuramente un manager capace, è riuscito a trasformare l’Expo in un successo (vero o virtuale, ormai, poco importa), sembra essere persona onesta. Il punto è che, personalmente, desidero che Milano possa proseguire in continuità col lavoro fatto da Pisapia, che è un ottimo lavoro.
L’elezione di Sala sarebbe invece una scelta di rottura rispetto agli ultimi cinque anni. Perché mai dovremmo prenderla? Lo insegna anche il calcio: squadra che vince non si cambia.
E se proprio si deve cambiare – visto l’abbandono di Pisapia – tanto vale optare per chi sembra essere più in linea con il lavoro fin qui fatto.
Qui, sorgono i problemi. È più vicino al lavoro di Pisapia Majorino o Balzani? E chi dei due ha più chance di mettere in difficoltà Sala? Chi è il più bravo, il più vicino al sentire della città, ai suoi bisogni, problemi e speranze?
Sinceramente, non ne ho la più pallida idea. Di una cosa però sono sicuro: la distanza tra Majorino e Balzani non è tale da giustificare la candidatura di entrambi.
E questo perché il candidato di punta è Sala. Che i primissimi sondaggi – da prendere con le pinze – danno a un vantaggio enorme sui due competitori.
In più, Sala è “l’uomo di Renzi”, in città lo conoscono tutti, piace anche agli elettori non di sinistra, parte con un vantaggio considerevole avendo reso l’Expo il successo che è stato. A fronte di questo vantaggio, dividere in due il fronte – diciamo così – “pro-Pisapia” non è nient’altro che il classico suicidio della sinistra, causato, ancora una volta, dalla sua difficoltà nel riconoscere la realtà dei fatti e prendere scelte conseguenti.
Non so se a fare un passo indietro debba essere Balzani o Majorino (anche se Balzani, certo, ha ricevuto l’importante incoronazione del sindaco). Quello che è certo, oggettivo, sotto gli occhi di tutti, è che con un’elezione a turno unico dividerci tra Balzani e Majorino significa perdere le primarie.
Da qui non si scappa. Non si può far finta di niente, non si può andare avanti come se nulla fosse. È indispensabile un accordo tra i due, magari affinché formino un ticket. Perché no? Sarebbe la scelta migliore per compattare il gruppo e i loro sostenitori e procedere alla velocità della luce in una campagna elettorale che è troppo breve – con pure le vacanze di mezzo – per perdere anche un singolo di giorno.
Ci sono mille ragioni per chiedere a entrambi i candidati della sinistra di restare in corsa. Ma c’è una sola vera ragione per chiedere a uno dei due di fare un passo indietro e, magari, correre come vice dell’altro: non regalare le primarie a Sala.
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