Milano
Noi, Patrioti Europei proprio il 25 aprile
Il Partito Democratico di Milano ha fatto una scelta coraggiosa, invitando tutti coloro che intendono partecipare alla manifestazione del 25 aprile ad indossare indumenti blu per fare di Milano la capitale della mobilitazione dell’orgoglio europeo.
In un paese che vive di polemiche su tutto e tutti questa scelta è stata accolta da alcuni con indignazione, con accuse di violazione dello spirito della Resistenza e -ci mancava poco- di blasfemia.
Vale dunque la pena chiedersi cosa sia il 25 aprile. Perché scendiamo ancora in piazza dopo oltre 70 anni dai giorni in cui la Resistenza partigiana e gli Alleati hanno liberato l’Italia dal nazi-fascismo?
La risposta è semplice: nel 2017 scendiamo in Piazza per difendere una serie di valori universali e trasversali, in particolare Pace, Libertà, Democrazia: antifascismo.
Questi valori universali e trasversali, il forte desiderio collettivo di un riscatto politico, sociale ed economico in Italia e in Europa erano i valori per i quali i Partigiani, uniti nella loro grande eterogeneità, hanno combattuto e dato la propria vita.
Da quei valori, da quello spirito di rivalsa, dal desiderio di porre fine ad un’epoca di conflitti devastanti, un’epoca di nazionalismo ed odio, nasce l’Europa. L’Europa di Spinelli e Rossi, messi al confino dall’oppressore nazi-fascista. L’Europa di quei padri fondatori che, pur nelle loro differenze politiche, hanno saputo ispirarsi a quei valori della Resistenza e fare l’Europa finalmente unita, Costituzioni liberali, nonché posto le basi per una pace che dura fino ad oggi.
Ed è per questo che si macchiano di un peccato gravissimo coloro che discutono la coerenza di portare proprio in quel corteo, per quello che quel corteo rappresenta, i valori antifascisti di Pace, Libertà e Democrazia su cui si è fondata la Resistenza, ovvero i valori fondanti dell’Europa unita ed integrata.
In un’epoca in cui questi valori sono protagonisti di campagne elettorali che hanno il potenziale di cambiare il volto dell’Europa stessa, in un momento di paura diffusa in cui vengono messi in discussione da nemici capaci di macchiarsi di atti inconsulti e terroristici, portarli in Piazza nel giorno in cui essi hanno prevalso non solo è coerente, è necessario. È Resistenza.
Resistenza attiva contro l’antieuropeismo nazionalista di estrema destra di Marine Le Pen, che rischia di diventare Presidente in Francia tra poche settimane, sostenendo –tra le altre cose- che il proprio Paese non ha responsabilità nella deportazione di ebrei francesi nei lager nazisti o rivendicando la bontà della colonizzazione francese dell’Algeria.
Resistenza attiva contro l’antieuropeismo nazionalista di estrema destra di Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Geert Wilders, Viktor Orban, Frauke Petry e sodali vari.
E poi c’è un’altra questione: purtroppo, i reduci di Quel 25 aprile sono ormai pochissimi. Arriverà, nel futuro prossimo, un momento in cui non ci sarà più nessuno.
Se non vogliamo, dunque, che senza i protagonisti diretti di quel periodo il 25 aprile diventi solo l’ennesima occasione di polemica ed esclusione, l’ennesimo momento in cui qualche autoproclamato ‘puro’ dia patenti di antifascismo secondo criteri francamente discutibili, se vogliamo dare un senso a quella manifestazione, al di là delle sigle che vi partecipano, noi eredi dobbiamo ripartire dal portare in piazza i valori che hanno vinto inequivocabilmente quel giorno nel 1945, rimarcando che, allora come oggi, essi vanno difesi contro minacce molto reali. E difenderli oggi vuol dire difendere prima di tutto l’Europa Unita.
Che cos’è il 25 aprile?
È Pace, Libertà, Democrazia. È antifascismo. È Europa.
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