Milano
Nella Lombardia di Maroni: “Niente aiuti agli hotel che ospitano i profughi”
La riforma del turismo è legge. Dopo giorni di confronto serratissimo, il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato il testo del provvedimento, elaborato da un gruppo di lavoro della Commessione Attività Produttive e poi modificato in Aula da una serie di emendamenti. La legge è stata votata dalla maggioranza con 40 voti a favore; 26 i voti contrarti espressi dai gruppi di minoranza.
La legge, secondo la maggioranza, propone un sistema integrato in cui soggetti pubblici e privati cooperino per offrire prodotti e servizi innovativi e di qualità. Il provvedimento ha l’obiettivo di promuovere aggregazioni e reti di impresa, attuare politiche di semplificazione, favorire accordi interistituzionali, mettere tra le priorità l’accessibilità a servizi e strutture, spingere sulla digitalizzazione e aprire le porte alla carta del turista.
Ma è l’emendamento 113 approvato ieri sera in Consiglio che ha fatto tanto discutere e continua a destare perplessità. Il testo dispone che non possano accedere ai finanziamenti regionali gli albergatori che non abbiano un fatturato derivante esclusivamente dal turismo. Insomma, chi ha scelto di “ospitare” i migranti negli ultimi tre anni viene tagliato fuori dai finanziamenti. E’ prevista però una deroga per i provvedimenti coattivi da parte delle autorità.
“La differenza in quest’Aula sta in come si decide di affrontare un’emergenza umanitaria e con chi predica esclusione senza soluzione. Nella nuova versione non si fa differenza tra immigrati regolari e irregolari e non si rispettano soggetti privati a cui lo Stato ha chiesto aiuto per controllare un fenomeno globale”, ha detto Umberto Ambrosoli (Patto Civico).
L’emendamento è stato infatti sottoposto a modifiche, perché la versione iniziale, proposta da Maroni, premiava persino le strutture ricettive della Lombardia che dichiaravano di non ospitare i migranti e si proponeva di multare fino a 10mila euro coloro che davano accoglienza a “soggetti entrati illegalmente in territorio italiano”.
Dura anche la reazione del Partito Democratico che con le parole di Alessandro Alfieri denuncia la scelta di valore leghista di legiferare in materia di immigrazione nel settore turistico: “Ci sono in gioco valori e principi, il centrodestra ha trovato un compromesso non sulle politiche ma sui valori, e su questi non si può. La politica dovrebbe sapersi fare carico delle preoccupazioni dei cittadini, non cavalcarle. Per cercare di colpire chi scappa da guerre e persecuzioni si finisce per penalizzare gli operatori alberghieri lombardi che assolvono a una funzione sociale rispondendo ad una richiesta di collaborazione del ministero dell’Interno”.
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