Milano
Milano verso la terza vittoria del centrosinistra (?)
Manca ancora un mese e mezzo, salvo spiacevoli posticipi “sanitari”, alle consultazioni comunali di alcune delle principali città italiane. Un appuntamento che può fornire importanti indicazioni sull’attuale appeal delle forze politiche anche a livello nazionale, sebbene con un grado di generalizzabilità non particolarmente elevato, stante le specificità dei singoli comuni chiamati alle urne.
Se per molte competizioni è oggi ancora troppo presto per delineare il risultato finale, soprattutto per l’incertezza su chi riuscirà ad andare al ballottaggio (a Roma in particolare), la situazione milanese appare già da ora abbastanza semplice da pronosticare. Si andrà molto probabilmente alla riconferma del sindaco uscente Beppe Sala, come tutti i sondaggi delle ultime settimane prima delle vacanze hanno puntualizzato. L’unico dubbio è legato alla possibilità che l’esponente del centro-sinistra riesca a prevalere direttamente al primo turno, oppure si debba far ricorso al ballottaggio.
Molte indagini demoscopiche indicano infatti Sala nettamente in testa, vicino al 50% dei voti, con un distacco sul suo principale sfidante Luca Bernardo che si aggira tra i 5 e i 10 punti percentuali. Una distanza difficilmente colmabile, anche con l’incremento di notorietà del candidato di centro-destra, che attualmente è conosciuto solamente da meno della metà della popolazione milanese, laddove il sindaco uscente ha ovviamente livelli di conoscenza elevatissimi.
Così, se la scelta di voto a partire dalle coalizioni di riferimento tende a far avvicinare i due contendenti, i diversi livelli di notorietà (e della conseguente fiducia) rendono Sala il netto favorito di queste consultazioni. Bernardo dovrà lavorare molto, e bene, nel prossimo mese di campagna elettorale se vuole avvicinarsi al suo avversario e arrivare quanto meno al secondo turno.
L’attuale sindaco milanese gode di una elevata fiducia presso l’elettorato della sua città, intorno al 60% di giudizi positivi, conseguenza delle sue buone performance nel capoluogo meneghino negli ultimi anni, interrotte solamente da qualche iniziale tentennamento legato alla pandemia. Certo, alcuni problemi non sono stati ancora del tutto risolti, primi fra tutti quelli legati alla crescita ancora lenta delle periferie e ai prezzi delle case, in parte a causa delle difficoltà di gestione e di intervento puntuale in questa fase di emergenza sanitaria. Ma alcune interessanti idee si sono sviluppate anche grazie a questa emergenza, come la Milano dei quartieri e della città in 15 minuti, dove ogni area della città dovrà diventare autosufficiente, con importanti conseguenze sul decentramento e sui trasporti privati.
E per la ricostruzione economica e sociale post-virus, non è un caso che una parte significativa della popolazione si affidi ad una sorta di “usato sicuro”, piuttosto che ad una personalità ancora sconosciuta e delle cui eventuali capacità politico-manageriali in pochi possono fidarsi, allo stato attuale: un salto nel buio non è ciò che vogliono i milanesi, in questi mesi così incerti e pericolosi per il futuro della città.
Infine, per quanto riguarda la vittoria finale nella gara per il municipio, occorre sottolineare ancora una volta come il pronostico degli elettori sull’esito elettorale difficilmente sbagli. Nel corso degli anni, il risultato delle diverse competizioni (sia a favore del centro-destra che del centro-sinistra) è stato sempre correttamente anticipato dalla percezione di chi si sarebbe recato alle urne (il noto indicatore winner). E nei diversi sondaggi che si sono succeduti, la vittoria di Sala è stata pronosticata dal 55% degli intervistati, contro il 33% del suo principale sfidante. Vox populi.
Università degli Studi di Milano
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