Milano
Milano moda uomo: sulle passerelle torna in auge il bel vestire italiano
Dal debutto di Sabato de Sarno per la linea uomo di Gucci, al new total black di Dolce&Gabbana, passando per le gonne sotto la giacca di Fendi, alla celebrazione dello stile marinaro in chiave invernale di Emporio Armani, e lo sguardo limpido di Re Giorgio che vigila sullo sfondo della passerella, fino alla sperimentazione sartoriale del cashmere termosaldato con la piuma di Zegna. Cosa ci hanno raccontato queste sfilate milanesi?
Milano – Giunge al termine Milano moda uomo, autunno-inverno 2024-2025. Una settimana che ha visto tornare in auge un unico diKtat: il bel vestire italiano. Il made in Italy è tornato a riappropriarsi saldamente del timone della nave del prêt-à-porter che ha sempre guidato nel tempo, pur con periodi di fisiologico smarrimento. Dunque, in una Milano ancora una volta tempio della moda maschile mondiale, sulle passerelle trionfa lo stile autentico dell’uomo che vuol rimettere al centro l’essere e non l’apparire, spogliandosi di inutili fronzoli e curando più di tutto la classe e l’espressione del sé.
Gli appuntamenti sono stati molti e tutti degni di nota. A partire dai riflettori puntati sulla sfilata di Stone Island, brand italiano nato nel 1982, acquisito successivamente da Moncler nel 2022, che ha dato vita ad uno spettacolo, il primo, dal titolo “The Compass Inside”. Tutto si dipana all’insegna dell’arte di sperimentare, presentando tessuti ricercati, uniti ad uno stile ricco. Basti guardare il classico piumino con cappuccio, che ricalca l’effetto di un vetro di organza e nylon o il caban di lana e cashmere per l’immancabile tono vissuto. La morbidezza dei materiali si alterna a parka di rete e poliuretano incolore, per proteggersi da vento e pioggia. E ancora, i bomber multicolore, realizzati in modo sostenibile. Simbolo dei tempi che cambiano, per portare avanti la causa della salvaguardia del pianeta.
Ci pensano i gemelli Dean e Dan Caten, con la collezione DSquered2 ad intonare un inno alla diversità. Sfilano capi maschili e femminili, in modo antischematico, in una location bianca dove a calcare la passerella ci sono quindici coppie di gemelli uomini e nove coppie di donne. Camicie scozzesi, felpe, bermuda e jeans, cedono il passo a completi elegantissimi e di alta sartoria, impreziositi da camicie di chiffon e pantaloni ricchi di paillettes. Al momento dei saluti, Dean e Dan, si mostrano in tutta la loro diversa complementarietà: uno in camicia trasparente e pantaloni neri e l’altro nelle vesti di una Drag Queen con corsetto e lunga gonna con strascico, in un abbraccio che celebra l’amore, l’uno accanto all’altro.
Nella stazione della metropolitana di Porta Venezia, Massimo Giorgetti, direttore creativo di MSGM, in collaborazione con la Fondazione Franco Albini e con Google Pixel, rende omaggio all’energia irrefrenabile di Milano. In passerella abiti classici, riletti in chiave borghese, sotto a cappotti di sartoria, con doppiopetto gessato e completi in pelle. Pellicce sintetiche, jeans e maxi felpe di cristalli.
Attesissimo il debutto di Sabato de Sarno per la linea maschile di Gucci, con la collezione “Gucci ancora”. Cappotti monospacco centrale che arriva quasi alle spalle, creando fluttuazioni naturali, fatti di pelle duple-face; caban in pellicce eco; grandi tasche per laptop, gros-grain per i portachiavi; capisplalla con fodere in pelle, ed un nuovo monogramma della doppia G, meno “luccicoso” ma molto presente. E poi, la rivalutazione di un accessorio sempre di estrema raffinatezza come la sciarpa in seta con chiusura a girocollo, su gilet di cristallo o colletti gioielli e collane di metallo massiccio.
L’uomo di Silvia Venturini Fendi è invece un mix tra il perfetto campagnolo e il gentleman metropolitano. Spazio alle gonne, sdoganate come capo must da rubare al guardaroba femminile. Una riedizione che ricalca il bermuda con un cavallo quasi cadente. Simbolo dello stile Fendi, un giaccone di pelle tra il rosso scuro ed il bordeaux, con inserti della Selleria sul collo, tasche e maniche. Fendi e i suoi pantaloni plissettati su ambo i lati, così come pure le gonne. Infine, gli accessori più attesi per la nuova collezione della maison, come la Siesta Bag, soffice e maxi come un cuscino che può tranquillamente contenere; poi la Melon Hobo, la Peekaboo ISeeU Soft e la Baguette imbottita, denominata Soft Trunk.
Da Emporio Armani, si canta il “Mare d’Inverno”, con la collezione “Atlantico”, ispirata alle continue tempeste che sferzano l’enorme distesa salata in un eterno divenire proprio come l’anima dell’uomo. Evocativi peacoat e cappotti. Sul capo un berretto “a bustina” blu con passamaneria bianca. “Ho lavorato sulla silhouette, partendo dalle spalle, che sono adesso ampie, squadrate, decise – commenta Armani -,”Da lì ha origine tutto il movimento della collezione, che ha in larga parte un aspetto sartoriale, ed è svelta e asciutta, adatta allo stile di oggi“. Storie di marinai e dei loro porti. Con un faro ad illuminare la rotta e il fruscio delle onde ad agitare le acque, mentre in sottofondo, la voce graffiante di Loredana Bertè accarezza il cuore dei presenti che contemplano l’arte che veste il corpo.
La linea dell’Aquilotto, porta in passerella canotte e polo in lurex, cappotti interamente realizzati in maglia con inserti di pelliccia, e pelle; sahariane impermeabili con collo in antitesi rispetto al resto, bomber di pelliccia sintetica, cardigan dalle forme asimmetriche e impreziositi nella chiusura da un spilla gioiello; montoni rasati. Tutto rimbalza fluidamente tra uomo e donna, protagonisti indiscussi del modo di concepire la moda e lo stile di Emporio Armani.
Negli abiti soirée, tutto è scintillante, dai ricami ai soprarilievi florieali o borchiati, sia sui capi da uomo che sulle creazioni femminili, che interpretano alla perfezione flash androgini ma ricchi di sfumature delicate ad ammorbidirne i margini. “Non ho mai nascosto il mio amore per il mare, simbolo di libertà e avventura. Questa stagione, però, ho pensato all’ Atlantico delle traversate, e le navi che lo hanno solcato. È un modo, per me, di esplorare lo spirito di Emporio, con un accento sul passaggio fluido tra maschile e femminile, per me naturale, ma sempre radicale“, chiosa lo stilista piacentino.
Si intitola “Sleek” la collezione Uomo di Dolce&Gabbana. Il vincente sodalizio della moda nostrana, riscrive il concetto di eleganza, riassumendola in una camicia bon ton, una cravatta e dei completi di tweed donegal, cappotti sartoriali, trench morbidi. Il trionfo del new total black, come mostro sacro di sobrietà e ricercatezza, si intervalla a nuances neutre, e qualche incursione vivace. Vera punta di diamante nelle creazioni di Domenico Dolce e Stefano Gabbana, la “giacca”, che ridisegna e riqualifica la figura sempre ed in ogni circostanza.
Miuccia Prada e Raf Simons, posano uno sguardo nuovo sul modo di vestire dell’uomo, curandosi che tutto sia affidato e guidato dal buon gusto che inneggia al relax dagli affanni quotidiani. Come? Prediligendo la comodità ed il senso della misura. Tanto tweed, cappotti e completi da occasione. Con il tocco anticonformista del sandalo invernale e dei colori che riscaldano il rigore dei mesi più freddi. Tutto questo è la collezione “Human Nature“.
K-Way, il cui amministratore delegato, nonché vicepresidente del gruppo BasicNet, è Lorenzo Boglione, torna a sfilare a Milano, con uno show allestito dall’ artista Anna Franceschini. Il noto marchio leader nella produzione di capi di estrema funzionalità e pragmatismo, presenta colori e volumi over, realizzati con tessuti tecnici, sia per le giacche maschili e per le incursioni di quelle femminili. Su tutti il nylon, poi la lana con la zip, che contrassegna tutti i capi della collezione, presente pure sulle gonne come sui pantaloni imbottiti.
A chiudere questa Fashion Week, come sempre, le presentazioni della linea uomo di Giorgio Armani e di Zegna.
Secondo il tratto della matita di Re Giorgio, che domina la scena con una gigantografia molto suggestiva del suo occhio ceruleo ad accompagnare i modelli, l’uomo, per il prossimo autunno-inverno, deve mostrarsi in tutta la sua naturalezza, lasciandosi trasportare da pace e relax. Ad interpretare questa morbidezza di idee, il colore grigio, espressione di dolcezza e poco spigoloso. La stessa naturalezza con cui mixa ed allontana il grigio da e con il nero. Ancora, unisce quest’ultimo con un azzurro cielo, con un rosa forte e con il blu. Lo sfuma, lo approfondisce. Lo stesso processo con cui lavora il blu, dalle tinte più scure alle più impalpabili. Fantasie maculate che tempestano abiti in stile pigiama, o pantaloni cargo, o tutoni sotto montoni rivoltati. Lo stupore che Armani regala a questi abiti, è un cappotto a ruota in pelle, foderato di pelliccia eco stostenibile dal disegno maculato; oppure la giacca nera cosparsa di strass e i gilet di velluto orlati d’oro sfavillante, così come le giacche da sera, in velluto. Tessuto adorato dalla casa di moda italiana.
Dopo la consueta standing ovation, lo stilista piacentino definisce questa collezione come ricca di “Variazioni su un tema preciso. Non credo che la moda dell’uomo abbia bisogno di essere stravolta ogni stagione. La linea Giorgio Armani ha tutte cose che potrei mettere anch’io. È importante il lavoro che ho fatto sulle proporzioni per dare agio e scioltezza più di quanto non facessi all’inizio. I volumi si muovono con l’andatura della persona e danno all’uomo una scioltezza molto naturale. Ritengo che la moda maschile non deve essere uno stravolgimento: il segreto è fare il consueto in maniera inconsueta. Ho voluto immettere anche un senso di sport-chic: mescolare senza strafare”.
Nel bel vestire dell’uomo Armani per il prossimo autunno-inverno, la camicia diviene un accessorio, a cui si può tranquillamente rinunciare, “perché è un capo che sacrifica qualsiasi ricerca e sta bene solo se indossata con la cravatta”. Dunque, una figura maschile concreta, sicura di sè che guarda nell’unica direzione che ritiene giusta: avanti!
Il sipario sulla Milano fashion week maschile cala con la sfilata di Zegna, dove Alessandro Sartori osa ed innova lo stile del noto brand, amalgamandolo nella forma e nella sostanza. Perciò, tutto è morbido, anche le giacche che si prestano a tante trasformazioni, in pelle, in tessuto o con bottoni che si staccano perchè irrobustiti da altri, apposti internamente. Il color avorio o il bianco candido a formare gilet, giacche, maglioni indossati anche sopra Loden di cashmere e piume, realizzati attraverso la tecnica della termosaldatura. Pantaloni di maglia e pullover in pile di cashmere cardato a mano, a coste, dolcevita e con chiusura zip.
Ora tocca a Parigi tracciare la rotta, dal 16 al 21 gennaio 2024.
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