Ambiente
Milano città globale si racconta alla Centrale dell’Acqua
Ripensare la comunità e rimodulare la città. Sembrerà strano ma nell’epoca della globalizzazione, la comunità cittadina assurge a tassello primo della composizione della società attuale. E le nostre città diventano richiamo dalle periferie con una vocazione centripeta dominante, al pari delle regioni asiatiche, dove l’agglomerato urbano assurge a megalopoli. I problemi che ne derivano sono costituiti dalla gestione sempre più complessa: gestione della vita dell’anziano, per aumento della aspettativa di vita; inquinamento, riduzione delle relazioni sociali sostituite da quelle mediatiche. Insomma un intreccio di problematiche in cui un amministratore non sa come dipanarsi. Città non più a dimensione di anziani e bambini.
Senza confine tra centro e periferie, quasi elemento accomunante ed emergente, la condizione di insostenibilità ambientale nelle Megalopoli Urbane con più di 14 milioni di abitanti appare priva di soluzione che pure è ineludibile. I fattori antropici e di traffico, peculiari delle città europee e americane, vengono potenziati nelle regioni asiatiche dai fossili, come il carbone, utilizzati a scopo industriale. La Fig.1 segnala infatti l’indipendenza del fattore-popolazione nei confronti della quantità dei polluttanti, nel segno che in alcune megalopoli come Shanghai e Beijng prevalgano, oltre al traffico veicolare, anche componenti industriali a ciclo termico non sostenibile e riscaldamento domestico.
Il recente Rapporto del WHO (Ambient Air Pollution: a global assessment and exposure and burden of Disease, Genève, 2016) pone in risalto il problema dell’inquinamento atmosferico urbano sottolineandone la valenza planetaria. A nostro avviso, manca in questo Rapporto una disamina dei fattori biometeorologici che sono alla base della raccolta e sedimentazione degli inquinanti e dei fattori di macro-economia che tendono al fenomeno dell’inurbamento. Non solo ma appare evidente come l’interdisciplinarietà, il lavoro di network tra urbanisti, architetti, meteorologi, epidemiologi sia essenziale ai fini della riqualificazione del centro, la sua integrazione con la periferia, la ricerca dell’identità e la restituzione dell’agorà all’individuo-cittadino.
Lo zoom geografico ci porta inevitabilmente a Milano, città mitteleuropea, afflitta dallo smog industriale negli anni della ricostruzione post-bellica fino agli anni ottanta, quando la crisi post-fordista ha fatto chiudere la maggiore fonte di produzione del paese. Ma quell’aria non ha pace, è stata ammorbata dai gas di scarico del terziario avanzato e nel futuro saranno i metalli pesanti a inquinare aria, suolo e acqua.
E dunque che città sarà Milano? La cintura periferica che connotazione acquisterà ? Un tempo relegata a “dormitorio” ha perso la sua identità. Le cascine di Gratosoglio, San Donato, Melegnano, circondate da megapalazzi sono le spoglie di un tempo che certo non torna. Ma è da questa realtà che si deve ripartire.
E’ in corso, dall’8 maggio alla Centrale dell’Acqua (P.zza Diocleziano 5, Milano) l’evento dal titolo “Margini: riscoprire l’identità nella città-territorio. Giancarlo Marzorati e i progetti per l’accoglienza, il benessere, la cultura”. Suo scopo è raccontare l’evoluzione di Milano come città aperta al benessere, all’ospitalità, alla cultura,e a protesa a ridefinire la propria identità nel mondo globalizzato attraverso la trasformazione di quelle che erano aree marginali.
L’evento, a cura di Domenico Tripodi e Leonardo Servadio, consta di una mostra di lavori di Giancarlo Marzorati, e di quattro incontri che la accompagnano per approfondire tematiche che incardinano la vita urbana ai nostri giorni. Con la partecipazione di urbanisti, paesaggisti, progettisti, amministratori della cosa pubblica, musicisti.
Se l’area metropolitana si allarga e soverchia i confini tra città e campagne, alcune architetture emergono come segno. Indicano il passaggio da un luogo a un altro, sono nuove espressioni di identità, divengono centralità dove c’era periferia. A Milano e dintorni, alcune opere di Giancarlo Marzorati, come l’hotel Barcelò a Ovest; il complesso Villa Torretta-centro Sarca o la Torre Sospesa a Nord; il futuro ospedale dalle coperture verdi in via Bistolfi a Est; l’Auditorium di Milano a Sud sono landmark che dicono, a chi arriva da fuori: questa è Milano.
La mostra racconta come un progettista prolifico (oltre un migliaio di opere realizzate) ha interpretato e proposto suggestioni per la città contemporanea, attraverso una ventina di plastici di architetture e una sessantina di fotografie e disegni di edifici e spazi urbani, raccolti secondo quattro aree tematiche:
La mostra
1. i confini della città: “Dopo lo sprawl: nuovi limiti e nuove identità”
2. la città e il benessere: “Città è benessere”
3. la città e la musica: “Città è musica”
4. l’evoluzione delle periferie in nuove centralità: “Centralità delle periferie”
Il progetto ha portato l’architetto e l’urbanista a concepire e progettare vere e proprie nuove “porte” urbane, intese come segni di passaggio là dove la continuità delle edificazioni ha cancellato i confini tra una e l’altra città –si recuperano così centralità significative nel tessuto indistinto delle espansioni urbane degli ultimi sessant’anni. La varietà di tali progetti, soprattutto indirizzati alla cultura (v. Auditorium di Milano in piazza G. Mahler), allo svago (v. Multicinema Sarca), all’ospitalità (v. Hotel Barcelò e diversi altri hotel) al benessere (diversi ospedali in Milano, ma anche Aquardens a Pescantina –Verona –il maggiore centro termale italiano) consentono di porre attenzione su come sempre gli edifici e i luoghi abbiano un valore e un significato che contribuisce all’identità della Milano postindustriale e al suo essere il centro di un’area metropolitana estesa a tutta la valle Padana.
Gli incontri
Mercoledì 15 maggio, h 18,30 Centrale dell’Acqua, Piazza Diocleziano 5, Milano, ingresso libero) tratterà il tema
“Città è benessere”
La vita urbana è associata al problema dell’inquinamento dovuto ai gas di scarico in particolare, ma in realtà è anche luogo dove vi sono occasioni e strumenti per proteggere la salute e migliorare i livelli di vita: come ottenere questi risultati? Quale rapporto sussiste oggi tra salute e territorio? Come conformare gli spazi urbani per favorire e il benessere?
Intervengono
Maurizio Bessi Capo Ufficio Stampa ASL Milano 1
Margherita Brianza Architetto paesaggista, fondatrice di PARCNOUVEAU, curatrice del verde a Citylife
Aldo Ferrara Professore f.r. di Malattie Respiratorie nelle Università di Milano e Siena, esperto dell’inquinamento urbano
Carlo Gerosa Urbanista, esperto in processi integrati di valutazione ambientale strategica
Alberto Salvati Architetto, Studio Salvati Architetti Associati
Alberto Sanna Ingegnere, Direttore del Centro di Tecnologie Avanzate per la Salute e il Benessere, Ospedale San Raffaele,Milano
AnnaGrazia Tamborini Architetto, titolare di Wellness Design
Mercoledì 22 maggio, h 18,30 Centrale dell’Acqua, Piazza Diocleziano 5, Milano, ingresso libero), perché
“Città è musica”
E la musica è armonia di insieme. Che trova un’espressione privilegiata nelle performance proposte nei luoghi appositamente concepiti, come l’Auditorium di Milano di P.zza G. Mahler. Ma questi luoghi divengono anche momenti di rilevanza sociale volti a promuovere la creatività del singolo come anche una cultura diffusa. E si aprono nuove possibilità di diffondere esperienze musicali anche in altri luoghi, anche in spazi aperti.
Intervengono
Alberto Artioli Soprintendente per i Beni architettonici e per il Paesaggio, Milano
Carlo Capponi Architetto, Responsabile Ufficio Beni Culturali, Arcidiocesi di Milano
Paolo Cattaneo Professore di Semiotica della Musica, Università Statale di Milano, Concertista, Musicoterapista
Stefano Guadagni Fondatore e vicepresidente Associazione Parco Segantini
Ruben Jais Direttore artistico dell’Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi
Giovedì 30 maggio, h 18,30 Centrale dell’Acqua, Piazza Diocleziano 5, Milano, ingresso libero).
“Centralità delle periferie: verso la città policentrica”
Lo spazio urbano in particolare nel secondo dopoguerra si è espanso in quartieri spesso dotati di scarsa qualità architettonica, i “quartieri dormitorio”, le periferie slabbrate e prive di carattere cui si contrapponeva il centro come luogo dotato di identità.
Oggi quei quartieri conoscono una vita nuova: la prospettiva è quella della città policentrica. E in quelle che erano case popolari si scopre una nuova dignità, che rende la capacità urbana di accogliere e di costituirsi in comunità di comunità: nel segno del Melting Pot globale del XXI secolo.
Intervengono
Novella Beatrice Cappelletti Direttore di Paysage
Joseph Di Pasquale Urban designer, già docente al Politecnico di Milano
Federico Falck Ingegnere, Falck Group
Carlo Gerosa Urbanista, esperto in processi integrati di valutazione ambientale strategica
Marco Romano Professore di Estetica della città, Urbanista
Oliviero Tronconi Professore, Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito, Politecnico di Milano
Gianni Verga Presidente, Collegio Ingegneri eArchitetti di Milano
Luigi Vimercati Docente di Storia e Filosofia, già Senatore della Repubblica, Consigliere e Assessore nel Comune di Sesto San Giovanni
Centrale dell’Acqua
Piazza Diocleziano 5, 20154 Milano
da mercoledì 8 maggio a giovedì 30 maggio 2019
Ingresso libero, dal lunedì a venerdì, h. 10,00 –13,00 e 14,30 –18,00
Per informazioni: tel 3392116157
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