Milano
Milano, ci sarà un dopo Pisapia?
Serpeggia, talvolta emerge, il discorso di chi possa essere il nuovo sindaco di Milano posto che tra un anno circa ci saranno le nuove elezioni. Sul giornale telematico Arcipelagomilano di Luca Gadola si susseguono ormai da qualche tempo articoli che cercano di provocare la discussione. Nell’ultimo c’è una adesione completa dell’assessore Pd Majorino ma il Pd non ha ancora preso una posizione e d’altra parte il sindaco Pisapia non sembra volersi collegare in modo diretto e organico al Pd. Egli ha dalla sua parte il gruppo dei cosiddetti arancioni formazione di giovani e di donne che lo dovrebbero sostenere su di una linea che è allo stesso tempo di efficacia amministrativa e di avanzato impegno sociale: tutto ciò non è facile perchè nell’enorme città che Pisapia si trova a governare ( oggi egli è anche sindaco della città metropolitana) sacche sociali incontrollabili si sono affermate in vari quartieri periferici e sono difficili da riconnettere ad una politica ordinata anche dal punto di vista sociale. Mi riferisco per esempio all’occupazione abusiva di case dove i prepotenti riescono facilmente a prevalere sui deboli e in certi situazioni non si riesce ad affermare la legge.
I centri sociali e la sinistra “alternativa” a Milano non sono particolarmente violenti e questo lo si deve probabilmente anche alle iniziative della giunta però non sappiamo quale potrà essere in futuro la reazione della grande città metropolitana un tempo politicamente rossa ma oggi assai modificata nei suoi atteggiamenti politici. Non sappiamo per esempio se la politica di Salvini troverà presa in quei quartieri dove il controllo di sicurezza è scarso o difficile. Non sappiamo neppure se le piccole cosche partitiche dei comuni ricompresi nella nuova entità metropolitana avranno ancora un peso elettorale basato, come sempre in questi casi, sull’urbanistica oppure una centralizzazione di questi problemi strapperà dalle loro unghie la gestione degli spazi urbani della provincia. Sappiamo invece che minore effetto avranno i salotti milanesi ormai invecchiati e indeboliti dall’infinita logorea che li ha accompagnati lungo il corso di tanti anni.
Somma la situazione è ancora in alto mare e non sappiamo neppure se Pisapia non preferirebbe un incarico nel mondo dell’alta amministrazione costituzionale dove si troverebbe a suo agio data la grande preparazione. Noi, che non ci sottraiamo mai dall’essere espliciti, preferiremmo che restasse a Milano dove ha fatto poco e con collaboratori non sempre affidabili ma la “fondazione” della città metropolitana è un compito che non può essere affidata a un improvvisatore del diritto perchè ha bisogno di gente competente che sappia travalicare i modesti interessi di ceto politico e industriale. Ha bisogno, questo grande impegno per la città metropolitana, di una persona onesta e di buona volontà guai se andremo a cercare in giro parlatori infiniti come Vitale e Bassetti. Vedremo.
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