Innovazione
La Milano che non ti aspetti: notizie da una città che sta cambiando
Anche se molti ancora non lo sanno, il nostro paese è formato da centinaia, migliaia di esperienze positive, innovative e sostenibili. Cittadini, attivisti, imprenditori, agricoltori, amministratori, insegnanti… una “moltitudine inarrestabile” che sta cambiando l’Italia dal basso, con iniziative virtuose e di successo. Italia Che Cambia vuole raccontarle e farle interagire, partendo da una grande rete virtuale, che si dirama e si concretizza in tanti nodi territoriali reali, in contatto fra loro.
Una delle comunità più attive è quella milanese, che può contare su un gruppo operativo di diverse persone, che già da alcuni mesi stanno tessendo una rete che unisce le realtà del cambiamento nel capoluogo lombardo. Questa è Milano Che Cambia.
«Un bel giorno Daniel Tarozzi ha presentato il suo libro presso la Cascina Santa Brera», ricorda Tommaso, uno dei primi attivisti del gruppo. «La serata si è sviluppata intorno a una piccola cerchia di persone con grande sensibilità verso gli argomenti trattati e una notevole capacità di ascolto; mi sono rispecchiato molto nell’esperienza di viaggio di Daniel, anch’io da anni esploro buone vie, buone azioni e penso che le persone possano scegliere di attuare quotidianamente buone pratiche, rispettando questo meraviglioso pianeta e gli esseri viventi che lo popolano». Da quel giorno molte situazioni si sono evolute e in occasione di Fa’ la Cosa Giusta, la fiera milanese delle buone pratiche, è partita Milano Che Cambia, un germoglio in crescita gioiosa e naturale.
«Il gruppo è costituito da persone molto attive anche su altri fronti, prevalentemente dell’ambito sociale», racconta Veronica, una dei membri di Milano Che Cambia. «Uno dei primi eventi che abbiamo organizzato è stato un apericena condiviso nella “Casa Ecologica” della Bovisa, per presentare il progetto di mappatura di Milano. Visto che a noi di Milano Che Cambia piacciono le cose originali, in occasione del Festival della Creatività “100 in un giorno” abbiamo organizzato un pranzo condiviso all’interno di uno degli orti urbani più belli della città – Coltivando – insieme ai suoi ortisti e con gli ospiti speciali dell’Associazione Asnada. Da qui siamo partiti in bicicletta per raggiungere tutte le realtà più significative che si trovavano lungo il tragitto – Parco della Goccia – ex gasometri Bovisa, Ciclofficina, Bricheco, Isola Pepe Verde, Cascina Biblioteca – fino al centro di aggregazione sociale Peter Pan, all’interno del Parco Lambro, dove abbiamo allestito una mostra fotografica per raccontare alcune altre realtà significative: Zac!, Porcikomodi, Collettivo fotografi Voluce».
Il programma per i prossimi mesi, prevede l’aggregazione di nuovi volontari e un’attività costante ed estesa di mappatura delle realtà del cambiamento milanesi che, come spiega Davide, «sono davvero tante e c’è bisogno di persone entusiaste e volenterose che credano nel progetto e decidano di aiutarci a portarlo avanti: ciascuna di esse verrà descritta in una scheda e inserita nella mappa di Milano Che Cambia».
Milano è una città ricca di belle sorprese, con un tessuto di persone che aspettano solo di essere attivate: «Negli anni di attivismo qui in città – ricorda Veronica – sono venuta in contatto con numerose realtà che rappresentano questo cambiamento: in particolare, curando un orto cittadino, ho notato un gran fiorire di orti urbani condivisi, ognuno con la propria storia unica e irripetibile da raccontare». Il gruppo di Milano Che Cambia ha cominciato a mapparli, ma il lavoro da compiere è enorme!
«Anche i Fablab e i loro ingegnosissimi makers cominciano a essere sempre più numerosi nella realtà milanese. Ad esempio, recentemente in Bovisa ne abbiamo scoperto uno in cui non solo producono oggetti di ogni tipo con le stampanti 3D, ma organizzano anche corsi per gli amanti del fai-da-te, in modo che tutto ciò che fanno sia replicabile. Non possiamo dimenticarci però anche del fatto che Milano è, come vorrebbe il suo cliché, una città che lavora!».
Ma non solo: è infatti considerata anche una roccaforte del pensiero neo-liberista italiano, orientato alla privatizzazione, al consumo e alla competizione sfrenata. I milanesi vengono immaginati come individualisti, borghesi e nevrotici, con la mania di apparire migliori di chi gli sta attorno, certamente non persone orientate a un cambiamento verso iniziative collaborative. «Effettivamente una parte dei milanesi può essere considerata così – osserva Davide –, ma forse proprio grazie a questo eccesso di individualismo, un’altra ampia fetta di cittadini è stata spinta a cercare e realizzare delle alternative, delle oasi di sopravvivenza. L’enorme numero di abitanti della città e del suo hinterland, rende possibile raggiungere un quantitativo minimo sufficiente di persone “non allineate” per iniziare e portare a termine i tanti bei progetti da noi mappati e ancora da mappare. Inoltre, la sua natura di città cosmopolita ha fatto incontrare tradizioni e idee da tutta Italia e tutto il mondo, dando una marcia in più ai tanti progetti in essere».
Come tutte le grandi città, Milano è una realtà molto eterogenea. Purtroppo molti sono abbruttiti dalla routine quotidiana e non sono attratti dalle novità che li circondano. C’è anche chi, pur apprezzando il grande cambiamento in atto a tutti i livelli nella nostra società, non ne prende parte e continua sulla vecchia strada per forza d’inerzia. «Queste sono le persone che spesso vengono anche ai nostri eventi – conclude Veronica –, rimanendo però fiduciose nel fatto che qualcun altro si occuperà di sostenere un cambiamento positivo al posto loro. Fortunatamente, incontriamo sempre più persone che si sentono parte integrante della società e che all’occorrenza prendono in mano le redini della propria vita per dare una virata, impegnandosi in prima persona per cambiare ciò che secondo loro non va. Queste ovviamente non solo sono persone reattive, ma anche proattive e siamo enormemente felici di poter constatare che anche a Milano non mancano, anche se sembrano non essere mai abbastanza!».
Ecco dunque la missione di Tommaso, Veronica, Davide e di tutto il gruppo di Milano Che Cambia, è quindi attivare queste persone, stimolarle, farle incontrare e supportarle nelle loro iniziative per trasformare la propria città in maniera etica e sostenibile.
Un passaggio fondamentale perchè questo progetto prosegua e cresca sempre di più è quello del bando Che Fare, di cui Italia Che Cambia è uno dei finalisti. Se vi piace l’attività che sta portando avanti e credete davvero nella possibilità di cambiare il nostro paese dal basso, sostenete il progetto con il vostro voto cliccando qui.
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