Milano
Milano, 10 agosto 1944 Piazzale Loreto il fascismo prima della fine del fascismo
Il fascismo nacque a Milano in piazza San Sepolcro il 23 marzo 1919 con la fondazione dei fasci di combattimento e, sempre a Milano in piazzale Loreto, Mussolini finì la sua sanguinaria corsa dittatoriale il 29 aprile 1945: il suo cadavere fu esposto, dopo la sua esecuzione, insieme a quello di altri gerarchi fascisti e a quello di Claretta Petacci. La rabbia del popolo e lo scempio che commisero sui corpi fa parte dei libri di storia. Il CLNAI (Comitato di Liberazione Alta Italia di cui faceva Parte Sandro Pertini) si assunse la responsabilità della condanna a morte del duce. La gente non si trattenne, ma era provata da anni di guerra di privazioni e di prevaricazioni.
Milano pagò un prezzo altissimo alla guerra, basti considerare che fu l’ultima grande città a essere liberata, proprio il 25 aprile, per quello è sempre la città in cui questa festa era ed è più sentita (magari durante la giunta Albertini un po’ meno).
Ma perché Piazzale Loreto?
All’alba del 10 agosto 1944 vennero prelevati quindici partigiani da San Vittore e portati in Piazzale Loreto, qui furono fucilati dai fascisti della brigata Muti sotto il “coordinamento” nazista.
Le esecuzioni furono una rappresaglia per un attentato, subito da un camion militare tedesco, due giorni prima in viale Abruzzi. Attentato che ebbe un bilancio drammatico, sei (forse sette) italiani persero la vita e undici riportarono ferite mentre tra i militari del reich nessuno subì conseguenze serie ci fu solo un ferito lieve.
Le autorità naziste, nel rivendicare gli assassinii, si rifecero al bando di Kesserling che prevedeva l’uccisione di dieci italiani per ogni soldato tedesco colpito a morte. Ma nonostante non ci fosse nessun nazista colpito, le uccisioni furono ugualmente eseguite.
Il comandante partigiano Giovanni Pesce ha sempre ricordato che quell’attentato fu alquanto strano, perché le brigate partigiane non lo rivendicarono come di solito facevano in circostanze analoghe.
Al processo a Theodor Saevecke (il Boia di piazzale Loreto ufficiale del comando tedesco che richiese, e ottenne, la fucilazione sommaria dei quindici che scelse lo personalmente) emerse che non fu un attentato partigiano, quanto piuttosto un atto terroristico finalizzato a incrinare la simpatia popolare per la Resistenza.
Dopo la fucilazione avvenuta all’alba, i corpi furono lasciati sul selciato, al caldo e sanguinanti, fino alla sera. I cadaveri erano piantonati dagli uomini della Muti che impedirono perfino che i congiunti potessero avvicinarsi ai loro morti. I passanti furono obbligati, sotto la minaccia delle armi, a passare davanti ai caduti, calpestati e maltrattati, sopra i quali fu posto un cartello che li indicava come assassini.
Questo è quello che è successo in quella piazza, in quell’estate drammatica. Addirittura Mussolini stesso comunicò all’ambasciatore tedesco che i metodi utilizzati dai suoi militari «erano contrari ai sentimenti degli italiani e ne offendevano la naturale mitezza» Cit. wikipedia)
Milano medaglia d’oro della resistenza è sempre stata una città antifascista, tuttavia i rigurgiti li abbiamo avuti spesso, come nel 1969: Sandro Pertini, allora Presidente della Camera, venne a Milano in visita ufficiale dopo la strage di piazza Fontana, si rifiutò pubblicamente di stringere la mano a Marcello Guida, questore di Milano. Guida era il direttore del confino di Ventotene dove fu mandato lo stesso Presidente, durante il regime. A ventiquattro anni dalla fine della guerra, un fascista aveva ancora un ruolo di rilievo nelle istituzioni milanesi.
Rabbrividisco quando sento dire che bisogna dimenticarsi del fascismo, che va messo di dietro spalle, che bisogna guardare al futuro. Certo bisogna guardare avanti consapevoli, però, di quanto è accaduto.
Piazzale Loreto è presente nella storia di Italia per i corpi appesi al benzinaio, ai quali, lo ripetiamo, fu tolta ogni dignità.
In pochi ricordano, peró, quanto avvenne solo qualche mese prima. Per non farlo dimenticare a nessuno c’è un monumento con i nomi dei martiri che ogni anno vengono onorati in una città deserta. No, il fascismo non si può mettere dietro le spalle.
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