Milano

Milanisti ebrei: la civiltà è morta su un muro

12 Luglio 2018

12 luglio 2018 – XXI secolo, quartiere Barona – Milano (lo indico solo per dare testimonianza del luogo), ho letto questa scritta sul muro: “Milanisti ebrei”. La civiltà è stata assassinata.
La parola ebrei utilizzata come complemento “di disprezzo”, so che non esiste, ma credo che renda bene l’idea.

Sono milanista, e Milano è la città in cui vivo e che amo. Città che si fa fregio della tolleranza, dall’Editto di Costantino del 313 d.c. con cui si sanciva la libertà di religione sino all’accoglienza dei grandi geni dell’Umanità da Einstein (suo padre è sepolto a Milano al Monumentale) a Leonardo, per dirne solo due. Ma anche la città in cui il fascismo ha mosos i primi passi e dove c’è il Binario 21, dove ci sono state le deportazioni. La città in cui è nata Liliana Segre, senatore a vita e sopravvissuta ad Auschwitz.

Mi chiedo se ha senso che oggi ci siano ancora scritte così, oltretutto legate al calcio. Il pallone è divertente se rimane civile, lo sfottò è il sale della rivalità e i milanisti, forse, non saprebbero fare a meno degli interisti (e viceversa). Ma questo messaggio non è tollerabile. Non mi interessa chi lo ha firmato, mi interessa se chi scrive una cosa del genere sa cosa sia la civiltà. Non è una ragazzata, uno sbaglio. No, è qualcosa di strisciante, animato da un pregiudizio, evidentemente, mai sopito. L’idea che ebreo sia un insulto, l’idea di sporcare un muro per esprimere quella che non è nemmeno un’opinione ma una bestialità.

Le parole sono dure come le pietre, e non so se quelle che sto scrivendo possano essere altrettanto dure di quelle schizzate su quel muro. Certamente vanno condannate, certamente bisognerebbe acciuffare chi fa cose del genere, certamente ci indigniamo, certamente tutti condanneranno (almeno spero), certamente saremo solidali con la comunità Ebraica, certamente si cercherà di minimizzare, certamente, certamente… Quanti certamente sentiremo, quanta fermezza sarà espressa a parole, quante condanne (a parole) ci saranno… Fatto sta, che quella scritta rimane una ferita e una sconfitta per una città come Milano, Medaglia d’oro della Resistenza. Non credo di vivere in una città razzista, però è preoccupante che questi rigurgiti risaltino fuori in questi giorni.

Non so, forse a scuola non si spiega abbastanza bene che bisogna rispettare il prossimo (e che non bisogna sporcare le pareti esterne dei palazzi altrui). 
Tutto questo è molto molto triste e qualcuno dovrebbe far sentire forte la sua voce.
Non solo per condannare ma anche per agire concretamente: la sinistra, la destra, chi non è né di sinistra né di destra, chi è in maggioranza, chi è in minoranza. Chi è al governo, chi è all’opposizione.
La solidarietà, insomma, da sola non è più sufficiente.

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