Milano

Mediaworld da Curno a Verano Brianza in 230 restano a casa

19 Luglio 2018

C’erano i politici. C’erano le sigle sindacali con il loro carico di lavoratori. Non c’erano loro: gli esponenti dell’azienda che ha deciso per la delocalizzazione. “Un processo di ristrutturazione interno”, mi corregge il Presidente della Commissione Attività Produttive, GianMarco Senna. In effetti il gruppo Mediaworld ha deciso una delocalizzazione dalla bergamasca Curno alla brianzola Verano Brianza. A Curno ci lavorano in 500. A Verano ancora la struttura non é stata creata ma da Curno in 80 sono già fuoriusciti, e altri 150 si preparano a farlo. Nessuna trattativa sindacale, nessuna concertazione. Quando hai figli, sei una donna e devi pensare a come gestire la prole, il tempo non ce l’hai per startene un’ora, un’ora e mezza ad andare e una e mezza a tornare dal tuo posto di lavoro. E se devi lavorare nel fine settimana, quando i figli piccoli all’asilo o a scuola non ci vanno, ti s’incasina la vita. A quel punto la scelta é tra il dedicarsi solo al lavoro, ai suoi turni, ai suoi assetti produttivi e d’incasso, oppure stare in famiglia. I soldi però servono comunque. Per questo sarebbe stato interessante sapere cosa pensa di questi processi di ristrutturazione chi li concepisce.
Invece ci dobbiamo accontentare delle Istituzioni regionali che hanno audito i sindacati. I quali oltre che dirsi costernati per l’assenza dell’azienda, lamentano la miopia di chi colpisce gli assetti lavorativi di un’impresa che già tre anni fa aveva dovuto fronteggiare un altro riassetto.

Tecnologia

É l’effetto della rivoluzione tecnologica
a generare questi continui interventi sui comparti produttivi. In principio furono le autorizzazioni alla grande distribuzione a esaurire l’effetto del commercio locale. Adesso sopraggiunge la digitalizzazione e l’uso degli algoritmi. A che serve comprare nel grande supermercato quando ti mandano tutto a casa? In questo modo però oltre a pregiudicarsi il rapporto umano si pregiudica anche il lavoro e il numero dei suoi appartenenti. Le imprese cosi tagliano e cuciono, tentando di rimanere competitivi. É il capitalismo che mangia se stesso, non producendo più valore, o producendone sempre meno. A margine della giornata odierna ho deciso di sentire due delle tre parti protagoniste.

Le Istituzioni, nella persona del presidente Senna, e poi due sindacati: la Cgil e la Cisl. Il terzo – come detto – non c’era

Senna

Elvira Miriello Filcams Cgil e Terry Vavassori Cisl

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