Milano
Maroni: “L’ Europa non sa decidere, Gentiloni molto arrabbiato”
È amareggiato. Ironico, come sempre. Roberto Maroni, me ne duole per i leghisti che ci leggono, è ormai un uomo delle istituzioni. Incline quindi a leggere la realtà senza faziosità o personalismi politici. È della Lega, senza più Nord, ma ascoltandolo potresti annoverarlo in una forza di centro. Come il PD o Forza Italia. “Bisogna saper perdere” lo incalzo, “bisogna saper perdere quando si rispettano le regole” è la sua pronta risposta. Già il tavolo di oggi – tuttavia – costituisce un elemento di immediato rilancio dopo la batosta ( sono le sue parole) beccata ieri da Bruxelles su Ema. A Milano a Palazzo Lombarda continua il tavolo di negoziato sull’ Autonomia con il sottosegretario di Governo agli affari regionali, Gian Claudio Bressa. Maroni insiste a parlare di una partita truccata in cui personalismi e veti contrapposti non hanno fatto emergere il merito e che condannano Milano. Tuttavia – dice ancora – nessuno auspica un fallimento di Amsterdam, sebbene saranno pronti tra almeno un anno prima di ricevere gli uffici dell’agenzia del Farmaco, non avendo una sede dove accoglierli. “Noi comunque andiamo avanti con Human Technopole” dice fiero il Governatore. Poi passa a parlare di autonomia. Detta l’agenda: le materie competenti scelte entro fine dicembre. A fine Gennaio la decisione di come saranno ripartite le risorse. Il sottosegretario Bressa non si dice d’accordo sull’agenda ma apre all’ipotesi che se Maroni presentasse un piano di spesa più contenuto per alcune materie ( ad esempio, la scuola) il Governo a quel punto potrebbe riconoscere alla Lombardia di poter trattenere i soldi in più rispetto alla dotazione di solito conferita. A quel punto la campagna elettorale sarebbe già fatta. Tanto da poter persino pensare – Maroni – di lasciare il compito di Governatore a qualche suo sostituto interno all’attuale coalizione che governa in Lombardia . E magari andare (a quel punto) da vincitore a fare il candidato premier per il centrodestra.
Gian Claudio Bressa sottosegretario agli Affari Regionali: “Se sulla scuola Maroni dimostrasse di saper spendere meglio i soldi, quello che avanza delle somme di solito conferite, rimane suo e stabilisce cosa farne”
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