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Lotta alla contraffazione, i fashion lawyers guardiani del Made in Italy

15 Novembre 2019

All’Università degli Studi di Milano il convegno sulla tutela della proprietà intellettuale e la lotta alla contraffazione

Le imprese italiane hanno sempre più bisogno di tutelare il loro diritto di proprietà: il marchio rappresenta un valore e quindi un business che deve essere protetto. L’Italia è infatti il Paese europeo che paga il prezzo più caro a causa della contraffazione. Secondo i dati Ocse, i danni per il nostro Paese ammontano a 24 miliardi di euro, ossia il 3,2% di export. Il valore del made in Italy è cresciuto del 14% in un anno, raggiungendo i 96,9 miliardi di dollari, secondo BrandZ Top 30 Most Valuable Italian Brands 2019, ma sarà necessaria una buona dose di coraggio e innovazione per risalire la classifica dell’International Property Rights Index 2019 (ovvero l’indice internazionale sulla tutela dei diritti di proprietà), che ci vede posizionati al 46° posto, ben lontani dagli altri Paesi del G7.

Oggi i marchi percepiti come fortemente innovativi hanno aumentato il loro valore del 17%. Gucci, ad esempio, è il marchio in maggiore crescita con 24,4 miliardi di dollari di brand value, seguito da Ferrari con un +36% e 4,75 miliardi di dollari. Presente nella top 30 anche Fiat fa registrare una buona crescita del 23% con 1,39 miliardi di dollari, così come Campari (+23%) con 591 milioni di dollari e Fendi (+22%) con 1,88 miliardi di dollari. Secondo uno studio di Intesa Sanpaolo il sistema moda rappresenta il 10,6% del nostro manifatturiero occupando circa 500mila addetti.

Su 24 miliardi di danni da falsi la manifattura italiana perde 3,2 miliardi in calzature e abbigliamento, 3,2 miliardi su cibo, bevande e tabacco, 3,1 su elettronica, prodotti ottici e strumenti scientifici.

A fare il punto sullo stato dell’arte e a promuovere u un confronto diretto tra i principali attori coinvolti, il convegno intitolato “Il diritto della proprietà intellettuale. Strumenti di tutela e prospettive future: diritto penale e civile a confronto”, tenutosi martedì scorso, 12 novembre, presso l’Università degli Studi di Milano, organizzato dal Dipartimento Scienze Giuridiche, insieme a Indicam (Istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione) e allo studio di comunicazione The Skill, specializzato in litigation PR e brand storytelling.

I più grandi studi legali milanesi esperti di proprietà intellettuale (Bana, Trevisan e Cuonzo, Milalegal, Carnelutti, Greenberg Traurig Santa Maria, Rucellai e Raffaelli), veri guardiani del made in Italy insieme a Indicam e ai rappresentanti della magistratura in prima linea nella lotta alla contraffazione come il procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco e il presidente della sezione Imprese del Tribunale di Milano, Claudio Marangoni, si sono confrontati sulla tutela dei marchi e della produzione di qualità italiana.

«Con questa iniziativa – afferma l’avv. Antonio Bana, partner dello Studio Bana e professore presso l’ateneo milanese, tra i promotori dell’evento – vogliamo iniziare un nuovo lavoro di ricerca attraverso un costruttivo confronto tra il mondo universitario, con il Dipartimento di Scienze Giuridiche Cesare Beccaria dell’Università Statale di Milano, la Procura della Repubblica di Milano, il Tribunale delle Imprese e professionisti legali che vivono a stretto contatto ogni giorno la loro esperienza con il Diritto e la tutela della proprietà intellettuale. Notevoli trasformazioni subite non solo dal marchio, ma da tutto il complesso mondo della proprietà intellettuale, trovano il loro naturale confronto tanto nei riflessi civilistici quanto in una sempre di più attuale indagine a livello penale».

«Oggi – spiega ancora Banala contraffazione si può contrastare attraverso un’attività di enforcement, unendo professionisti, università degli Studi, l’attività della Procura della Repubblica e della polizia giudiziaria e delle dogane. Bisogna inoltre sensibilizzare sempre di più e non far sì che la tutela della proprietà industriale, intellettuale e quella legata a brevetti, marchi e made in Italy siano salvaguardati sporadicamente ma che ci sia una costante tutela di attenzione alla proprietà intellettuale».

Un’emergenza che viaggia spedita anche online, come osserva l’avvocato Marina Lanfranconi dello studio MilaLegal, tra i relatori del convegno. «Le piattaforme di e-commerce – rileva – hanno previsto degli strumenti di tutela tradizionale basati sulla contraffazione del marchio inteso dal punto di vista denominativo e non per quanto riguarda la forma. Quindi, la prova dei diritti di esclusiva sulla forma è più ardua, anche perché minime differenziazioni possono essere tali da far sì che il consumatore non distingua una forma da un’altra soprattutto in un settore affollato come quello della moda». Spesso la contraffazione riguarda non solo il nome del brand ma anche la forma e l’aspetto del prodotto quindi il layout e il concept store. «Elementi che si possono trovare nel concept di un punto vendita che porta al prodotto un’esperienza viene tutelato come esperienza di acquisto – fa notare Lanfranconi -. Da questo punto di vista c’è un grande investimento da parte delle aziende per trasferire i valori della marca anche nella forma e nell’aspetto del prodotto e nella serie di elementi che il prodotto costituisce».

«Per quanto riguarda tutto quello che viaggia online – chiarisce invece il procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Milano, Eugenio Fusco -, la contraffazione materialmente deve concretizzarsi in un contatto fisico investigatore-merce contraffatta». Quindi, quali sono gli strumenti a disposizione degli imprenditori italiani per tutelare i marchi del Made in Italy? «Nella moda e nel design ci sono livelli di tutela che si sovrappongono – sostiene Claudio Marangoni, presidente del Tribunale Civile di Milano (sez. per le Imprese) –. Occorre che le imprese pensino dall’inizio alla loro tutela e quando hanno un prodotto innovativo o nuovo devono provvedere alla registrazione per mettersi in una posizione di vantaggio. Più le aziende si tutelano registrando i loro prodotti più la tutela può essere efficace».

Il convegno è stata anche l’occasione per presentare i tavoli tematici sulle numerose declinazione della tutela della proprietà intellettuale che si svolgeranno a Milano a partire dal 2020 e saranno gestiti dai principali studi legali nazionali e internazionali esperti in materia, in collaborazione con Indicam. Un progetto pilota di sensibilizzazione, di formazione e di approfondimento culturale da cui è nata anche una pubblicazione (edita da The Skill Press, disponibile su Amazon) che si avvale dei contributi di tutti gli autorevoli partecipanti al dibattito e fornisce un quadro dettagliato e completo dell’argomento.

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