Milano

Lombardia, la rabbia giallo-verde: “I mercati vogliono stabilità”

29 Maggio 2018

Li ho voluti sentire entrambi. Gianmarco Senna, classe 70, migliaia di preferenze alle ultime regionali, imprenditore e neo consigliere regionale. Leghista dal ’92 ma anche voce critica del movimento. Uomo libero, indipendente. Brillante comunicatore, abituato a fare da sè e soprattutto a fare impresa, dove ci vuole coraggio ad essere imprenditore. La consuetudine a stare e vivere in un clima internazionale come quello milanese. Tutte ragioni che lo hanno portato ad essere un “salviniano ante-litteram”.

Sulla sponda Cinque Stelle, Dario Violi. Candidato alla Presidenza della Regione. Sposato, è recentemente diventato padre, non ancora quarantenne.

Entrambi sono arrabbiati. Delusi. Amareggiati. Senna è più tranquillo. Posato. Sa che la Lega ha fatto il salto definitivo e sta per accreditarsi come prima forza politica del Paese. Ha la coscienza che ciò che non riuscì a Bossi, chiuso nel recinto della Padania, sta riuscendo adesso a Matteo Salvini, bloccato per anni dal padre storico del Carroccio, che come il Dio Cronos mangiava i suoi figli.

Violi, invece, laurea in Scienze Politiche, una naturale timidezza che ne argina in qualche modo l’esuberanza politica, è visibilmente contrariato e si evince empiricamente che è incazzato. Tutti e due rivendicano di essere stati ad un passo dal lanciare il governo del cambiamento. Entrambi denunciano la volontà politica del Quirinale di fermare l’azione politica dei due movimenti e soprattutto entrambi rivendicano il fatto che l’estabilishment non ha compreso. Non ha percezione di quale sia il sentimento popolare e l’assoluta incomprensione del gesto posto in essere da Sergio Mattarella. Lo dice con chiarezza Violi: ” Le borse mi paiono molto piu preoccupate dell’instabilità politica”.

Significativo nelle due lunghe interviste ( che trovate qui sotto) le parole di Senna quando parla dell’euro, con cui concludo l’intervista. Volete uscire? – gli domando.

Lui replica così: “Rovesciamo la domanda, é  convenuto rimanere all’interno dell ‘area euro? É normale che se sussistono le condizioni per modificare i trattati allora possiamo agire. Sono molti gli economisti che hanno manifestato perplessità all’ipotesi che una moneta unica possa reggere su economie tra di loro diverse”.

Lega e Cinque Stelle, esprimono un profondo disagio. Un disagio che si contiene a fatica. Alla fine però arriva la notizia: “Di Maio e Salvini stanno lavorando in queste ore e nei prossimi giorni a una modifica della legge elettorale. Poche righe per modificare la norma e andare poi al voto.  Certo che se poi Mattarella dice di nuovo di no....” mi dice ancora Violi.

Intanto lo Spread ha sfondato quota 320 in poche ore e la Borsa di Milano sprofonda, proprio quando il Governo Cottarelli si appresta a giurare. La domanda che arriva dal basso è  semplice. Cottarelli non è  stato chiamato proprio per evitare che accadesse tutto questo? La successiva è ancora più  semplice. E adesso che succede?

 Gianmarco Senna – Lega

Dario Violi, Cinque Stelle

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