Milano
Lombardia, arriva Energie per l’Italia: il Centro come categoria politica
E’ Natale e in Regione Lombardia fervono i preparativi per imbandire la tavola elettorale. Sbarca il movimento di Stefano Parisi che costituisce il proprio gruppo grazie a Sabrina Mosca, Alberto Cavalli, che fuoriescono da Forza Italia, e Mauro Piazza (Lombardia Popolare) che consentono di avere il minimo sufficiente per poter sedere tra i banchi della regione. L’identità è cattolica e liberale, ambiziosamente in cerca di un allargamento della base elettorale di centrodestra dentro cui Energie per l’Italia si àncora. Garantendo fedeltà alla Giunta Maroni. Presente in prima fila è anche Raffaele Cattaneo, presidente del Consiglio lombardo, di Lombardia Popolare, ma in rottura con il movimento di Lupi e Alfano a seguito della eventuale decisione che Alternativa popolare potrebbe prendere di andare alle elezioni politiche con il partito democratico. Insomma come previsto l’area del centro politico comincia ad affollarsi. Da una parte i cattolici moderati e riformisti che cercano – seguendo una logica prossima all’idea della politica come redistribuzione dei beni e dei servizi – un’alleanza con il PD di Renzi e che dovranno poi vedersela con la frangia massimalista della sinistra; che per altro in Lombardia ha deciso di aprire una consultazione con i militanti per sapere se la nuova formazione del Presidente Grasso dovrà o no allearsi con il Pd. Dall’altra, cattolici e moderati che seguono un’altra logica politica la cui prossimità è indirizzata ad un’idea di Stato, sussidiaria e solidale ma anche legata al sovranismo della Lega, più radicale nella tutela della famiglia, delle tradizioni, e della sicurezza collettiva. Una “gara”, dunque, a ritrovare lo smarrito elettore che fu democratico critistiano: ora della corrente di destra ora della corrente di sinistra. “Categorie ormai superate” bandiscono con esaustiva certezza i protagonisti della contesa elettorale, sebbene alla fine – conti alla mano – sono proprio i voti dei moderati che vengono meno negli ultimi anni, a favore di un astensionismo che è maggioranza nel Paese. Se quindi il PD dovrà guardarsi dalla componente agguerrita della sinistra, ma numericamente ancora insicura della propria forza elettorale, il centrodestra dovrà guardarsi dal rischio che una proposta troppo articolata riduca anziché aumentare il proprio consenso qualora dovessero sottrarsi consensi a vicenda. Per questo “Energie per l’Italia” vuole essere un tentativo di “riflessione politica” sullo stato dell’arte, un allargamento della propria base elettorale. Se l’esperimento riuscirà lo diranno le urne, anche se in Lombardia c’è spazio per una proposta politica neo moderata alla luce anche del dialogo che proprio Maroni ha inaugurato con il PD in occasione del Referendum, tessendo ora le lodi di Emiliano ora di De Luca e mostrando un’inclinazione a negoziare e a dialogare dove prima non ci si sarebbe neppure seduti ad un tavolo di concertazione. L’unità dei cattolici in questa articolata complessità è quella che viene messa alla prova. Se da una parte la dottrina sociale della Chiesa – sconfitto il comunismo – guardava al capitalismo quale prossima realtà con cui confrontarsi nella sua propensione al consumo ,di incerto rigore etico, dall’altra parte la Chiesa guarda con benevolenza allo stesso mondo quando riesce ad ancorarlo ad un tradizionalismo le cui radici permettono di non accettare “sbandamenti” sui temi della famiglia, nucleo essenziale e baluardo ultimo di una comunità, che ha perso i riferimenti su cui costruire un’idea di società. Insomma se da una parte si combatte l’esasperazione dell’individualismo quale leva per l’induzione al consumo ( il noi al posto dell’Io) dall’altra parte si alimenta l’idea che l’intraprendenza individuale sia il paradigma di un affrancamento dai modelli del passato. È la logica americana in cui uno Zuckemberg qualunque può diventare il padrone di Facebook e dei nostri comportamenti quotidiani. Il punto è che proprio l’esasperazione dell’individualismo ( il bipolarismo Prodi- Berlusconi) è stato sussunto dalla spirale dei mercati recessivi che hanno precarizzato il lavoro, la prospettiva di vita, reso incerto il futuro e fugato l’antico archetipo per cui gli anni a venire avrebbero portato solo benessere. Dentro questa realtà magmatica si assiste dunque a diversi paradossi: come ad esempio i Cinque Stelle che cercano i consensi lontani dal centro ma verso la sinistra – richiamando l’art 18 – e promettendo la rivoluzione liberale mancata da Berlusconi. A sua volta l’ala destra del centrodestra deve rintuzzare gli attacchi della destra estrema che li accusa di alto tradimento e fa proseliti nelle periferie. E proprio questo dualismo declina il paradigma della diade centro- periferia che trova una perfetta rappresentazione fisica e materiale e non più solo teorica. Il rapporto tra l’Io e la collettività deve fare i conti con i valori che sono la base dell’economia e che l’economia ha sollecitato e alimentato. Produrre per consumare, consumare per produrre. In una irreversibile frenesia che la dimensione umana comincia a sentire come non più sostenibile: lo dimostra il caso della lavoratrice Ikea. La moderazione allora diventa un tema centrale. E moderazione significa riqualificare i valori dell’umano. E in questo senso la dottrina cattolica induce ad interrogare le persone sul senso delle cose e della vita. E dunque anche delle cose politiche. Delle scelte individuali e di quelle collettive. Rimette al centro l’uomo. Il centro che non è più solo una dimensione attorno al quale gravita la persona, ma che si trasforma in categoria politica.
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