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L’intervista al black-bloc, una circonvenzione di incapace spacciata per scoop

2 Maggio 2015

Ci sono immagini e video che a volte riescono da sole a spiegare il tutto, più di tante analisi, e che a giusta ragione diventano simboli. Anche la prima giornata dell’Expo di Milano e degli scontri che l’hanno caratterizzata ha una sua immagine simbolo. Il video più condiviso nelle ultime 48 ore è l’intervista a un “black-bloc” (così viene definito nel titolo) che racconta e “giustifica” quanto avvenuto nelle strade di Milano.

In realtà e evidente da subito che si tratta di un povero incapace, che agli scontri nemmeno ha partecipato direttamente (“se avessi avuto qualcosa in mano lo avrei lanciato anche io”, dice). Si fa intervistare a volto scoperto, dà anche qualche informazione anagrafica (“vengo dalla provincia”) ed esprime la sua visione politica con una banalità disarmante.

Bastano pochi minuti di colloquio per capire che lo scoop non c’è. E invece il Tgcom (testata dello stesso gruppo che poco tempo fa ha diffuso la falsa intervista alla rom che guadagnava 1000 euro in scippi) lo pubblica come tale. E alte testate gli danno ragione, rilanciandola. In poche ore si moltiplicano le condivisioni sui social network, chiunque la posta per avvalorare giudizi e analisi su quanto avvenuto.

Una circonvenzione di incapace viene spacciata per scoop giornalistico. Il nulla diventa la prova provante del tutto. Basterebbe questo per avere una prova della profondità di analisi e della libertà di pensiero che c’è in giro in questo momento.
@carlomariamiele

 

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