Milano
L’incanto del movimento. Danza per Primo Levi, alla Centrale dell’Acqua
C’è una mano di Primo Levi che pochi conoscono. È quella che ha intrecciato l’umile filo di rame in nodi, spirali, innesti nel tentativo di curvare la materia, assemblare figure che paiono evanescenti, leggiadre, eteree ma che sono concrete e gravi come il mondo intero.
Sono diciassette le opere esposte in “Primo Levi FIGURE”, la mostra curata da Fabio Levi direttore del Centro Studi primo Levi e Guido Vaglio che ospitiamo alla Centrale dell’Acqua, il Museo di impresa di MM. Diciassette, proprio come il senso esoterico della profonda saggezza e della ricerca della verità.
Il maestro di contaminazione, curioso, sincretico, che abbiamo conosciuto come testimone dell’orrore archetipico del ‘900, qui dialoga con ciascuno di noi attraverso le sue mani.
Ci ha pensato l’architetto Gianfranco Cavaglià a realizzare una esposizione che costringe lo spettatore in un rapporto intimo con ciascuna opera. Tanto ti avvicini per scorgere la calligrafia dello sforzo modellatore dei fili sottili, tanto cogli della saggezza – mai supponenza o alterigia – dell’autore.
E ti accorgi che le figure sono in realtà pensieri che aiutano a trattenere il filo del discorso che porta lontano, che sopravvive alla memoria. C’è ironia, c’è leggerezza, c’è curiosità. A quel coprifuoco della coscienza che ha portato all’abolizione della specie – Auschwitz e i mille altri campi nazisti e fascisti – ha resistito Primo, amante di rebus, giochi linguistici, etologia, botanica, zoologia, chimica. Gli ha sopravvissuto l’astuzia del gesto, il giacimento di conoscenza, la grazia del ricciolo di rame.
La Giornata della Memoria interpella tutti, a partire da noi, che ospitiamo questa mostra davvero unica nel suo genere.
In occasione nel 27 gennaio, la sfida per noi è dunque permanere nel gesto, proseguirne il racconto, se possibile amplificarlo. Occorreva ulteriore corpo, carne, vita sotto il sudario, con l’obiettivo di dare alle opere di Levi, già vivide e parlanti, ulteriore Ruah (il soffio biblico di D-o).
Abbiamo scelto di celebrare la Giornata della Memoria utilizzando un’altra calligrafia, quella coreutica, e per il difficile compito ci siamo affidati a Sabrina Brazzo e al suo compagno di sempre, Andrea Volpintesta. Lei étoile internazionale e prima ballerina del Teatro alla Scala, nominata Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, e lui Primo Ballerino Internazionale e Ballerino del Teatro alla Scala, Direttore Artistico della Jas Art Ballet, Coach Master di Danza e Repertorio Classico.
Un’intelligenza emotiva e un garbo artistico unici, passati dal crogiolo dell’Opéra Garnier di Parigi, del Covent Garden – Royal Opera House di Londra, del Bunka Kaikan e l’NHK di Tokyo, del Metropolitan di New York, del Bol’soj di Mosca, del Teatro Marijnskj di San Pietroburgo, del Teatro alla Scala (solo per citarne alcuni).
Il risultato è un evento straordinario che abbiamo chiamato “L’incanto del movimento. Danza per Primo Levi” e che vi sarà svelato in diretta sui nostri canali social il 27 gennaio alle ore 17.
Hanno accettato la sfida di entrare in punta di piedi nella casa degli orchi che la Giornata della Memoria invita a visitare con nuovi gesti, movimenti, port de bras, arabesque. Li vedrete mentre si avvicinano ai lavori di Primo Levi per colloquiare con questi, per unirsi all’energia già presente, per moltiplicarne l’afflato. Corpi che daranno corpo, con affermazione, stabilità, seduzione.
Resteremo invaghiti della maestria e della grazia di Sabrina e di Andrea che occhi di mezzo mondo hanno potuto goderne e che ora, per loro concessione, sono al servizio della sfida più importante: rendere il pianeta ancora abitabile in questi tempi psicologici di rancore insostenibile.
Visitatela, per ora in digitale e appena possibile in carne e ossa, perché potrete ingrossare le fila dei provveditori di grazia e garbo. Come vorrebbero le preziose mani di Primo Levi.
Luca Montani, direttore Comunicazione MM Spa
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