Milano
La Milano a tariffe zero di Balzani è davvero possibile?
Trasporti pubblici di superficie gratis: promessa elettorale o seria dichiarazione d’intenti? Milano si divide sulla proposta dell’assessore al bilancio Balzani, oggi candidata alle Primarie del centrosinistra milanese, che ha ipotizzato entro cinque anni “tram gratis” per agevolare fasce più deboli come gli anziani. E i concorrenti ovviamente hanno avuto gioco facile nel depotenziare la proposta, usando l’ironia ma anche ricordando quanto la giunta Pisapia si sia fatta odiare a inizio mandato proprio con l’aumento indiscriminato delle tariffe dei mezzi pubblici.
Ma è possibile una città con mezzi pubblici a costo zero? Pare di sì: i 420.000 residenti di Tallin, capitale di una Estonia sempre più paladina degli startupper, non pagano trasporto pubblico. E la belga Hasselt, da quando nel 1997 ha inaugurato lo “zero fare system”, ha visto aumentare di 13 volte l’utilizzo della rete di trasporti in meno di dieci anni (benché poi, nel 2013, ne abbia limitato la gratuità agli under 19).
Certo, non sempre il gioco funziona (Lübben e Templin, in Germania, hanno fermato l’esperimento), ma in giro per il mondo sono decine gli agglomerati urbani piccoli e grandi che hanno provato l’esperimento delle “tariffe zero”, con l’est Europa in gran spolvero e una buona rappresentanza di cittadine francesi.
Non entro qui nel merito della fattibilità normativa, già analizzata su Gli Stati Generali, ma il piano della Balzani teoricamente non è una boutade. La domanda successiva nasce spontanea: è un progetto auspicabile? Non secondo Citylab, che fa i conti in tasca a varie amministrazioni cittadine americane sulla dipendenza delle rispettive reti di trasporto dai cari vecchi sovvenzionamenti pubblici.
Quella più vicina all’agognato breakeven appartiene alla Grande Mela, che nel 2014 si è pagata i continui lavori di mantenimento e miglioramento per il 43% con le preziose Metrocard che ogni newyorchese conosce. Ma indovinate a cosa sono serviti i 7,7 miliardi di dollari che il pubblico ha sovvenzionato durante l’anno? Esatto: 4 miliardi e mezzo hanno contribuito a tenere basse le tariffe. Per ogni Metrocard venduta a 2 dollari e mezzo, la New York City Transit ne spende 3,31. Il che rende lapalissiano l’assioma – se ogni newyorchese pagasse quegli 81 centesimi in più, l’amministrazione cittadina non dovrebbe costantemente supplire con soldi pubblici – e concreta la domanda finale: un sistema “a tariffe zero” – anche se parziale, come nel caso della proposta Balzani – è davvero la soluzione migliore? O è meglio puntare su un incremento proporzionale di tariffazione e qualità del servizio? Ovviamente in ballo ci sono questioni urbanistiche, ambientali, sociali e di cittadinanza: che però, nell’ambito di un discorso “di centrosinistra”, contano con ogni probabilità molto più di 81 centesimi.
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