Milano
La Giornata della Virtù Civile: la legalità spiegata ai ragazzi
È stata una giornata rara
Perché la legalità in Italia è una moneta fuori corso. Perché nel Belpaese la regola è il nepotismo, la raccomandazione, la genuflessione davanti al potente di turno. E del resto questo è il Paese in cui tanta gente è morta andando in banca o prendendo un treno. E non sappiamo per mano di chi, e soprattutto perché. Così ieri grazie all’impegno dell’Associazione Civile Giorgio Ambrosoli, una parte della maggioranza silenziosa della città di Milano ha impiegato il suo tempo riflettendo, collettivamente, su cosa sia la legalità. E’ accaduto in occasione della Giornata della Virtù Civile dedicata quest’anno a Giancarlo Siani. Mercoledi sera 8 Novembre al Teatro Dal Verme dove Ferruccio De Bortoli ha interrogato il filosofo Salvatore Natoli, Umberto Ambrosoli, e Paolo Siani, fratello di Giancarlo Siani, che la Camorra il 23 settembre 1985 assassino’ a soli 26 anni, per aver raccontato di una faida tra famiglie camorriste in cui una accusava l’altra di aver “tradito”, di aver collaborato con la giustizia facendo arrestare un appartenente all’ altro clan; infamia troppo grande da raccontare nella logica criminale che andava per questo punita e lavata con il sangue.
E’ stata una giornata in cui alcuni studenti delle scuole primarie e secondarie sono stati coinvolti in un progetto chiamato “Impegno” , un’occasione di riflessione e di espressione attraverso elaborati che avessero ad oggetto proprio il rapporto con la legalità e l’impegno verso gli altri e le cui opere sono state esposte al Teatro Dal Verme e le migliori premiate dall’ Associazione Civile Giorgio Ambrosoli. Nel pomeriggio si è parlato invece del rapporto tra legalità ed economia nel settore bancario in particolare: alla Bocconi di Milano, con una lectio magistralis in cui il Governatore della Banca D’Italia ha avuto parole dure contro il mondo delle banche e dei suoi comportamenti. Per arrivare a concludersi con questo dibattito al Teatro Dal Verme.
I latini dicevano: silentes loquimur. I morti parlano.
Quello che la mafia non poteva sapere e non sa, ogni volta che uccide, è che la memoria è il più potente antidoto contro qualunque forma di intimidazione e di sopraffazione. Il silenzio parla. E le parole servono a dargli significato. Comunque la si guardi, la mafia ha perso. E perde ogni giorno che qualcuno non ne dimentica la sua esistenza ma ne passa il testimone della memoria a chi viene dopo. Per ammonirlo. Giovanni Falcone lo scrisse in un libro: “Cose di Cosa Nostra”, curato da Marcelle Padovani. La mafia si batte nelle scuole elementari
Ieri sera al Teatro Dal Verme, infine, si è ricordata la vita di Giancarlo Siani, giornalista napoletano di 26 anni, precario, o forse meglio dire come si diceva allora: abusivo della professione. Giancarlo non aveva paura di raccontare cos’era la Camorra. Anche se non era contrattualizzato. Perché chi ama il giornalismo crede in un valore: quello del racconto della verita’. Ecco allora il suo ricordo
Mario Calabresi ricorda Giancarlo Siani
Il senso della legge secondo Salvatore Natoli
Il ricordo del fratello Paolo
Dare se stessi per la collettivita’: Umberto Ambrosoli
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