Benessere
La donazione di sangue è l’unico “gesto” di cui si dovrebbe parlare
Sabato 7 gennaio, alle ore 10.20, ricevo un whatsapp:
“Ciao Massimo, donazione fatta all’AVIS Milano di Lambrate, al mio fianco Matteo Salvini”. “Grazie” rispondo, “quindi una bella esperienza”.
“In che senso?” mi scrive.
“Nel senso che donare sangue è un atto di grande importanza, una cosa che ti fa stare bene, poi il sangue non ha colore politico, nemmeno quello del tuo vicino che ha donato con te. Poi hai comunque condiviso un grande gesto con il Ministro delle infrastrutture e Vice presidente del consiglio, non capita tutti i giorni”.
Lo scambio di messaggi finisce qui, da Presidente di AVIS Milano, mai mi sarei aspettato il lunedì di assistere allo spettacolo mediatico che ha coinvolto l’Associazione nelle ultime 48 ore e non per i motivi, dei quali mi piacerebbe si parlasse sui principali quotidiani.
Sapete che circa il 50% della popolazione potrebbe donare sangue ?
Sapete che l’Italia è costretta ad acquistare all’estero il 30% del plasma per produrre emoderivati salvavita?
Sapete che in una città come Milano mancano 150 donazioni al giorno, per ogni giorno feriale dell’anno?
Sapete che non ci sono più medici e infermieri addetti ai prelievi e in alcuni casi l’attività di raccolta sangue si blocca a causa di questa mancanza?
Sapete che il 2023 inizia con nuove preoccupazioni su un possibile calo delle donazioni dovuto all’influenza e alle nuove preoccupazioni per il COVID?
Tante cose si potrebbero conoscere sull’importanza della donazione di sangue, tante cose si potrebbero dire per attirare i più giovani a diventare donatori, ma come spesso accade, soprattutto sui social, si focalizza l’attenzione su dettagli insignificanti, ma che potenzialmente portano qualche like in più.
Ho già espresso il mio parere, in qualità di Presidente AVIS Milano, sull’accaduto in merito alla foto pubblicata da Salvini.
Quello su cui vorrei soffermarmi oggi è la risonanza mediatica, che un dettaglio in una foto è riuscito a scatenare, complici i nomi altisonanti dei protagonisti della storia, ma complici anche alcuni dei principali quotidiani italiani, che non hanno perso l’occasione per raccattare qualche like in più, dando spazio a quella che non ritengo essere una notizia.
Nel frattempo il medico coinvolto ha scritto una lettera in cui spiega di non essersi accorto di aver fatto il gesto “incriminato” e di aver scoperto il tutto leggendo i giornali.
Per il 2023 mi auguro che sui giornali si dia più spazio all’importanza che un gesto come la donazione di sangue rappresenta per tutta la comunità e che l’informazione contribuisca a promuovere e sostenere il lavoro che AVIS Milano e tutte le associazioni di donatori di sangue fanno per garantire a molte persone la sopravvivenza.
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