Governo
La clava e la lampadina
Salvini e Parisi, sorrisi e canzoni della Campagna elettorale per Milano. Parisi e Salvini, oggi, dopo neanche tre mesi, sono la clava (di Pontida) che si abbatte sulla Convention milanese “Accendiamo l’italia” simboleggiata da tre lampadine rosso, bianco e verde. A Salvini, visto che la Convention è stata organizzata (pure!) il giorno prima di Pontida, Parisi ha gentilmente lasciato l’ultima parola. Che è stata ultimativa: “Il Centrodestra è una parola che mi fa venire l’orticaria”, ha detto. Poi, di fronte al “popolo del Pratone”, ha trattato Mr Chili come il Nulla, sottolineando che se c’è da parlare, ma anche no, lui parla con Berlusconi. Del resto perché dovrebbe aver bisogno delle idee-lampadina di Parisi? Salvini sta con le idee di Frauke Petry, Le Pen, Orban, gli austriaci di FPÖ, i fiamminghi di Vlaams Belang, il Partito della Libertà olandese di Geert Wilders, il Partito Romania Unita e il Nuovo Congresso della Destra polacca. Una folla di gente che sta avanzando al galoppo in Europa. E fuori Europa ha Putin a coprirgli le spalle e insieme (USA & URSS Unlimited Corporation) Rupert Murdoch in corsa per la Casa Bianca. Piaccia o no, la crescente Volontà di Potenza che Salvini interpreta in Italia insieme ai Fratelli di Giorgia Meloni, può gia spegnere le lampadine di Parisi a bastonate, fra gli applausi dei tanti giornalisti e Direttori che l’ondata populista ha esaltato. Maroni, visto dai Beninformati come “pontiere” è stato quello che sulla Convention Megawatt (che andava a chilowatt) ha fatto il commento più acido: “Parisi diceva di votare NO a una platea che voterà SÌ”. E ha ragione. Quindi? Una compilation di schiaffazzi in cui alla fine non si capisce una sola cosa: quante guance abbia Parisi e perché non si decida a prendere di petto la Lega considerandola il suo principale e più pericoloso avversario. Perché evidentemente lo è e lo vuole essere. Sì, qualcosina nella Convention acchiappaenergie Parisi ha detto contro “i lepenisti e i grillini”, ma sono punture di spillo, la voglia di dare battaglia vera non esce. E per di più si dissimula in accenti simili sui temi populisti: la Mala-immigrazione e la Mala-europa. Certo, partire alla carica con “i Moderati” non è mai stato semplice in Italia. Ma ora, più che altro, si tratterebbe di difendersi in trincea: i “Moderati” sono tutto ciò che i Leghisti non sono e non vogliono più essere e oramai nel vernacolo salvinano “Moderati” suona peggio di “Sfigati”. Non gliele manda a dire il Segretario in felpa dedicata al sindaco di Amatrice: Matteo Salvini, se non altro, ha il merito di parlar chiaro. Ed è quindi del tutto esplicito che la sua Lega, come il M5S di Grillo, si fonda su una linea politica che punta all’autarchia. Chi fra i “Moderati” si illude che la Lega verrà a patti con loro per le Politiche o le Regionali è un illuso. Per il Governo il modello è Le Pen (niente alleanze: conversione dei Moderati in Populisti) e alle elezioni regionali i Governatori in pista saranno leghisti o salviniani o nemici. Se non gli si accende la lampadina giusta (ma di acciaio) Parisi rischia lui di essere messo nel mirino leghista, nel ruolo poco simpatico di pungiball modello Alfano. Se Renzi perde il Referendum avrà bisogno di Parisi? E’ questo il calcolo? Labile. Se vince il No saranno i No più forti a vincere di più. E tutto il resto sarà improbabile, e debolissimo. A Berlusconi Parisi dovrebbe invece chiedere un mandato chiaro e definitivo, e chiaro vuol dire filo-Merkel e filo-Sarkozy, che in Germania e Francia vedono la Destra populista come il peggiore dei mali. Dovrebbero togliere quella sponda a Toti, venire a patti con Romani, neutralizzare le ambizioni di Brunetta (occuparsi di questione meridionale e di Fitto e Perrone anche) e attizzare la cultura cattolica (CL, qui è messo bene) e la Comunità ebraica (messo bene anche qui) in funzione anti-Lega. A Milano i Poltronati di Forza Italia l’hanno snobbato: meglio. Ha agganciato un gruppo di riformisti e “civici” che hanno soldi e/o potenzialità politica (De Albertis, Gozzi, Morganti, Nicola Rossi) di rilievo. Ma se il suo progetto finale è la candidatura a Premier (cos’altro se no?) è meglio metta in conto, subito, che può arrivarci solo contro, e non con, questa Lega. E se invece la nuova “Cosa azzurra” vuole chiudere ogni spiffero a sinistra e gonfiare le vele al vento del Nord antieuropeo, beh… quello lo fa meglio Brunetta.
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