Milano
La Brigata Ebraica, in mezzo agli applausi della Milano più vera
Milano. Da una parte i valori della Resistenza, la memoria necessaria per coltivare la democrazia ché si possa distinguere e combattere il male dei nuovi razzismi e dell’antisemitismo risorgente. Dall’altra l’odio ideologico che obnubila le menti. In mezzo, ancora una volta, un paziente cordone di poliziotti, di City Angels, di volontari del PD. Di nuovo, piazza San Babila è stata scelta da uno sparuto gruppo di cosiddetti “filo-palestinesi” per tradurre in squadrismo ciò che nel conflitto mediorientale è la sacrosanta aspirazione a “due Stati per due popoli”. Ma l’anniversario della Liberazione sarà ricordato anche quest’anno per quell’immenso, caldo avvolgente applauso che ha accolto i vessilli della Brigata Ebraica, quei vessilli che l’ANPI milanese da sempre difende con tenacia e lealtà.
A battere le mani, commossi, donne, uomini, molti giovani, cittadini, militanti e dirigenti del PD che ancora una volta ha chiesto di accompagnare – quasi abbracciare – chi tiene alto il ricordo dei 5000 volontari che dalla Palestina si arruolarono nell’esercito britannico e vennero a combattere e a morire per la nostra libertà. In questo abbraccio festoso c’erano i nostri eroi. I partigiani di tante formazioni e di diverse fedi, i militari di varie etnie, i deportati che sono tornati e quelli che non sono tornati. La Milano più vera. Come ha detto il sindaco Beppe Sala, «la Milano della libertà e dei diritti». E quando gli odiatori ci hanno di nuovo urlato addosso la loro ignoranza, un coro guidato dai ragazzi del movimento giovanile sionista socialista Hashomèr Hatzaìr ha risposto cantando Bella ciao.
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