Milano
La banca in cui il conto non conta
Non è che capiti tutti i giorni che la tua banca ti sposti il conto corrente su di un istituto di credito di una propria controllata.
E non deve essere stato proprio agevole per Saverio Grancagnolo, consigliere delegato di un’agenzia di Milano, capire il motivo per cui una bella mattina su uno dei due conti correnti della propria banca, quello su cui sono attive le carte prepagate per effettuare operazioni smart come l’acquisto di voli aerei o il pagamento di qualche biglietto del treno, all’improvviso non fosse più possibile operare. Così come ogni piccolo imprenditore si è messo all’opera ed ha chiamato l’istituto per avere i dovuti ragguagli sull’accaduto. Peccato però che proprio sul più bello la linea dedicata, sia caduta. Dovendo così ricominciare il giro: nei Call center per ogni chiamata c’è un operatore diverso a rispondere. Saverio, che ha superato da un pò le sessanta primavere e che di amministrazione ha un lungo corso, non demorde. Prende la sua macchina e se ne va direttamente presso la sua banca. Ed è lì che apprende la lieta novella. Uno dei due conti, è stato spostato su una banca controllata. Vi lasciamo la sorpresa di scoprire di quale banca si parli, nel video qui sotto.
Posto che Grancagnolo non ha mai autorizzato alcun spostamento, non ha firmato carte né ne ha mai ricevute, per essere informato se non altro dell’avvenuto trasferimento, esce dalla filiale, già abbastanza incazzato, e se ne va nella sua nuova banca, controllata dalla prima. E cosa accade? Che nella sua nuova, inattesa, banca, non sanno di avere un nuovo cliente. Né tanto meno sanno che c’è un nuovo conto corrente con annesse carte. Non riescono a stampare un rendiconto, perché a terminale quel conto non lo vedono. L’aspetto più divertente di questa storia inverosimile è il fatalismo di chi, facendo impresa in Italia, alla fine pone un quesito a se stesso: voglio versare 3000 euro sulle mie carte perché devo approntare delle spese. Ma se la banca non mi dice dove sono, perché le ha spostate in un posto in cui non si trovano, i soldi dove li devo mettere?
Già, giusta osservazione. Se le banche per prestare denaro lo devono raccogliere, e quando poi lo hanno raccolto non sanno dove lo mettono, come fanno a prestarlo? E soprattutto: se qualcuno non ti autorizza a fare degli spostamenti, tu perché li fai?
Inoltre: a margine di questa storia, c’è una telefonata che ho sentito di dover fare a Banca d’Italia, in Piazza Cordusio a Milano. Gentilissimi. Come il personale della banca dello sfortunato avventore che durante l’intervista mi ha confermato “la cortesia agli sportelli dell’Istituto” in questa surreale vicenda.
Banca d’Italia a mia cortese richiesta di poter sentire un loro esperto per spiegarmi come viene normata l’apertura di un conto, nelle sue procedure, mi spiega che può intervenire come organo di controllo solo su segnalazione della persona eventualmente danneggiata. Attraverso un delegato dell’ufficio Stampa, Giampaolo Bargellini, vengo a sapere che da poco tempo Banca d’Italia ha ratificato una procedura di controllo su esposto di chi si ritenesse leso nei propri diritti da un istituto di credito.
Attraverso un arbitrato bancario, cioè un organo stragiudiziale interno alla Banca d’Italia si può procedere nei confronti di una banca qualora accusata di non aver osservato il dovere della trasparenza, per esempio. E l’organo stragiudiziale può esercitare un’attività ispettiva ed irrogare una sanzione nei confronti dell’Istituto obbligandolo a risarcire l’eventuale danno arrecato al cliente. Costo dell’operazione per il cliente: 15 Euro. Tempi brevi e certi, rispetto a qualunque ricorso alla magistratura.
Sulla base dei dati forniti nell’ultima relazione risulta che nella città di Milano sia stato accolto il 55% dei ricorsi e respinto il 22%. Gli istituti che con più ricorrenza sono chiamati ad arbitrati stragiudiziali sono allegati in una scheda fornita dalla stessa Banca d’Italia.
L’intervista a Saverio Grancagnolo
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