Milano

Jobs Act, ecco i numeri e i conti che non tornano

2 Aprile 2017

●43.000 posti di lavoro creati a Milano tra il 2014 e il 2016, con un costo per gli sgravi fiscali garantiti alle imprese pari  1.402.993.593

●Un aumento tendenziale dei licenziamenti individuali che sono passati da 61.639 del 2014 agli 81.997 del 2016 e con contratti  a tempo indeterminato a tutele crescenti che sono costati alle imprese meno dei contratti a tempo determinato a tutele crescenti. Nel primo caso le imprese hanno speso fino a 3.338,00 euro in meno per ogni singola retribuzione lorda mentre per il contratto a tempo determinato l’imprenditore ha speso anche 5.485,00 per la singola retribuzione lorda.

●Interessanti anche i numeri sui voucher: dai 69.181.075 venduti nel 2014 si è  passati ai 137.042.358 del 2016 in cui però nel 2014 i lavoratori in nero scoperti dalla Gdf sono stati 73.508 mentre nel 2016 sono stati 88.865. Cioè: I voucher, che sarebbero dovuti servire ad abbattere il nero, al contrario, hanno visto un risultato rovesciato.  Il nero è aumentato. Il che significa che i voucher non hanno intaccato il mercato del lavoro nero, né  hanno contribuito a far diminuire questo fenomeno.

Questi sono i numeri presentati dalla Cgil Milano al Politecnico di Piazza Leonardo da Vinci all’interno di una ricerca dal titolo “Il lavoro oltre il presente”

Numeri che per definizione, dati ISTAT,  non sono ideologici, non sono legati alle segreterie di partito ma semplicemente alla matematica.

Ho messo di fronte

Antonio Verona Responsabile dipartimento del Lavoro della Camera del Lavoro di Milano

Maurizio del Conte Presidente dell’ Agenzia Nazionale delle Politiche attive del lavoro

Durante il convegno abbiamo sentito anche alcuni case-history in cui il rapporto tra Cgil e Impresa ha contribuito a migliorare la condizione di lavoro. Abbiamo sentito Angelo Piccirillo della Filt  Cgil che racconta cosa è accaduto alla Sea Handling

 

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