Milano

“Io sono intersex”, quando la sessualità può diventare eugenetica

22 Giugno 2018

Fino a che punto abbiamo il diritto di decidere per gli altri, anche se “gli altri” sono i nostri figli?

Fino a che punto l’amore può diventare arbitrio?

E soprattutto: cos’è la diversità?

Alla conferenza stampa di “Io sono intersex”, a Palazzo Marino, a Milano, organizzata da alcune associazioni parte del mondo Lgbt che saranno presenti alla Pride Week, dal partito Radicale e dall’assessore alla Partecipazione e cittadinanza Attiva Lorenzo Lipparini, ho ascoltato le parole di Claudio Uberti. Claudio fa parte di un’associazione, “Certi Diritti”, che si prende a cuore le condizioni di chi, nato in una condizione genetica non completamente ricondubile alla dicotomia maschio – femmina, viene a trovarsi in una condizione di mezzo. Con sfaccettature più o meno accentuate, molti di costoro – per un’anomalia cromosomica per esempio – sono donne e si sentono uomini, oppure il contrario. In molte storie che Claudio ha ascoltato, queste persone sono magari nate con entrambi i tratti somatici sessuali. E i genitori scelgono a quale sesso farli appartenere con un’operazione chirurgica  intrapresa appena nati. Per questo motivo “chiediamo invece che la condizione di queste creature sia lasciata al loro libero arbitrio una volta giunte alla maggiore età”. Intersex non significa genderismo, significa semmai una condizione umana estremamente difficile da comprendere ed accettare e per questa ragione si chiede di ascoltare quanti – avendo subito una decisione presa dai propri genitori – si sono sentiti condannati a vivere in una condizione che non gli appartiene. Una sorta di eugenetica post – parto, in cui si sceglie il “tipo” di figlio o di figlia privilegiata.

Un tema delicato, che muove nel profondo angoscie identitarie, di cui si fa a meno di parlare, per la sua complessità. Malgrado tutto, un secolo dopo Freud, siamo ancora al tabù del sesso nelle sua rappresentazione, soprattutto quando la forza totemica della simbologia fallica, viene minata da una femminilità emergente. Claudio Uberti sulla simbologia sessuale ci scherza su: “la Regione Lombardia ha usato il Pirellone per iscrivere a caratteri cubitali il Family- day quale paradigma sociale. Noi useremo la torre dell’UniCredit (durante il Pride week) che sarà acceso con i colori dell’arcobaleno. È più lungo del Pirellone e usato meglio”.

Claudio Uberti – Ass. Certi Diritti

Il video che spiega cos’è un Intersex

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