Milano
Immigrati a Milano: in Via Sammartini l’emergenza continua
Sono le 22 quando passo sotto il ponte di Via Sammartini a Milano proprio accanto ad uno dei centri di raccolta degli immigrati in cui nelle notti scorse si era registrato un sovrannumero di persone, alcune delle quali erano state costrette a dormire sotto il ponte adiacente. Un ponte sopra il quale passano i treni che da Lambrate portano in Stazione Centrale. Alle 22 incrocio,proprio sotto il ponte, mentre sto facendo la mia seduta di corsa quotidiana, una ventina di ragazzi eritrei, somali ed etiopi tutti maschi e tutti compresi in un’età tra i 20 e i 30 anni. Sto correndo, appunto, e in queste due ultime settimane il numero di coloro che dormono all’aperto è molto aumentato. Mercoledì scorso l’assessore alle politiche sociali Pierfrancesco Majorino aveva dichiarato conclusa la fase emergenziale. Ieri mattina ha inaugurato l’arrivo dei primi 80 immigrati alla Caserma Montello in un’altra area della città . Qui però è rimasto tutto come prima. All’una del mattino decido di tornare per vedere se sono ancora lì. La temperatura è scesa sotto i 10 gradi. È più rigida. Il ponte è proprio accanto al fiume Martesana che scorre accanto a questi ragazzi che, in piena notte, dormono in un posto in cui l’umidità è tanta. Non voglio disturbarli, non voglio turbarli e voglio rispettare la loro dignità. Sento però il dovere di testimoniare quello che vedo. Questi ragazzi sono qui perché scappano da luoghi in cui non c’è futuro, e i loro sogni vengono a cercare di realizzarli nelle nostre città. Si addormentano all’aperto perché la Milano con il cuore in mano e migliaia di case vuote non trova un posto caldo dove farli dormire. E nel frattempo a qualche chilometro da qui, alla Caserma Montello altri giovani, italiani, hanno manifestato contro loro coetanei che scappano dalla miseria; e tutto questo nel nome del principio, “prima noi”(italiani). È l’una del mattino e penso che il rispetto per la dignità umana non conosce differenze e dovrebbe essere uguale a qualunque latitudine e a prescindere dalla razza o dal colore della pelle. È giusto essere vicino ai terremotati e dar loro un tetto sotto cui stare dopo la terribile scossa di domenica scorsa. Credo sia giusto darlo, un tetto, anche a questi ragazzi. Colpiti anche loro dalla tragedia della fame e della miseria e spesso protagonisti di viaggi sovrumani. In questa notte non riesco a far finta che loro non ci siano. Anche se è la notte di Halloween, anche se domani è festa, per me loro non sono fantasmi. Ma esseri umani che è giusto proteggere.
Ecco le immagini, girate di notte. Sono riprese fatte con il mio consueto strumento di lavoro: il cellulare. A tratti sono sfocate. È anche una mia scelta quella di aver fatto le riprese ad una distanza che rispettasse la dignità di questi ragazzi. In alcune circostanze, puntare una telecamera può diventare un modo per creare soggezione, oppure per violentare un’intimita’ umana. Comunque per un pezzo soprattutto nel secondo video si intravedono le dotazioni di carta dorata che serve a scaldare, dentro i quali sono avvolti; sono le stesse che spesso si vedono dare a chi sbarca dai gommoni per consentire di riscaldare i corpi congelati dall’acqua e dal freddo.
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