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Immaginate Salvini senza ISIS
Cavalcare l’onda dell’odio per recuperare scale di visibilità politica è un vizio antico.
Un vizio appartenente ad alcuni esponenti politici (non faccio nomi: l’uomo ruspa).
Nel nostro paese, ogni giorno in maniera più evidente, si sta alimentando un pericoloso quanto perverso gioco politico, che unisce in maniera sempre più eclatante e marcata le sorti elettorali di Matteo Salvini, i gruppi terroristici che si ispirano all’integralismo islamico. Senza i secondi, infatti, e senza “l’emergenza immigrazione”, il segretario Leghista rimarrebbe confinato nel consueto recinto stracolmo del consueto letame anti-meridionale, anti-roma ladrona, anti “radical chic” ecc…
Ora immaginate Salvini senza ISIS, senza minaccia terroristica e senza drammi umanitari che portano ondate migratorie nel nostro paese. Di cosa parlerebbe? Probabilmente tornerebbe a prendersla con il Sud Italia, con “Roma ladrona”o comunque con qualche emarginato di razza non puramente padana. Il punto in effetti è proprio questo: senza le varie (reali o solo montate ad arte) emergenze di stampo economico, culturale e sociale, il numero uno della Lega non sarebbe così forte e, soprattutto, così mediaticamente sovraesposto. Inoltre, con il suo fomentare odio, divisione, diffidenza e pregiudizio, Salvini è tra gli (inconsapevoli) alleati più efficaci proprio dell’ISIS. Un alleato “interno”, che scardina il sistema e lo rende ancora più fragile grazie proprio alla sua politica di reazione emotiva, strumentale, ottusa e rabbiosa (1).
Politici come Salvini, al contrario di ciò che credono certi ingenuotti o certi razzisti veri, sono in realtà uno dei problemi e non certo la soluzione al problema dell’integralismo islamico e dell’immigrazione incontrollata. Non hanno idea di cosa fare e, se fanno qualcosa, come è sempre accaduto, accentuano solo i danni già grossi e pre-esistenti. Che poi, quando erano i “terroni” quelli nel mirino, l’Italia ovviamente non rischiava nulla. Nessun meridionale decapita il prossimo, lo ammazza a colpi di mitra o si fa esplodere in una piazza. Inimicarsi anche la parte moderata dell’Islam, per mere ragioni politico-elettorali, è un in tutta evidenza un’azione di suicidio.
Salvini e “compagni” dovrebbero capire che questo non è un giochetto elettorale su cui speculare per raccattare facile consenso da gente incolta e/o spaventata, ma una guerra vera e radicata che è prima di tutto psicologica e culturale. Si fonda, dunque, proprio su diffidenza reciproca, odio razziale, pregiudizio, provocazione e reazione. L’ISIS possiamo renderlo ancora più forte solo noi che siamo attaccati dai suoi deliri, aggiungendo altri deliri ed altre azioni scomposte e sguaiate. Ricordiamo chi ha avuto le reni sul serio spezzate, durante lo sfigatissimo periodo fascista, dove il baldo e fiero esercito italiano, le prendeva anche dalle popolazioni africane armate di arco e frecce.
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