Milano

Il teatrino disorganizzato di Regione Lombardia

16 Marzo 2021

Esattamente un anno dopo, qui in Lombardia, la regione che si vanta di essere la più ricca ed efficiente d’Italia per la propria sanità, rientriamo come se nulla fosse in una prevedibilissima e arcinota zona rossa.
In Lombardia, quella dei miliardi di budget alla sanità e della regione post ciellina della Lega produttiva antiromana, siamo nella stessa identica situazione di un anno fa, costretti in casa come se niente fosse successo e ancora in code infinite non solo per avere un tampone ma adesso anche per fare un vaccino.
In Lombardia, al posto di vergognarci per come è stato spartito e smantellato il sistema sanitario territoriale, ci consoliamo e giustifichiamo come dei ragazzetti che non hanno fatto i compiti dicendo che tanto mezz’Italia è ridotta come noi, improvvisamente e solo nelle sfighe stranamente uguali agli altri. Nel mezzo di questa completa débâcle sanitaria, umana, economica, culturale e soprattutto politica, forse qualcosa di buono c’è.

l'Organizzatore Paolo Grassi

Finalmente riesco a spiegare a mio padre che lavoro faccio e perché le competenze organizzative e manageriali costituiscono la base di una vera e propria professione.
Gli dico, vedi papà, questa situazione dei vaccini è un po’ come quando io devo organizzare il debutto di uno spettacolo, una prima di un tour, un’inaugurazione di un festival.
Lo so mesi prima che quel giorno arriva e siccome è importante e ho tutti gli occhi addosso, mi faccio un mazzo tanto per arrivarci preparato, così quando il pubblico si mette in coda e arriva in sala, gli faccio trovare tutto pronto e perfetto per godere al meglio quello che hanno tanto desiderato.
Questo è il mio mestiere. Partire da zero in una situazione incasinata e indefinita, proprio come un anno fa quando non si sapeva nulla del Covid e i vaccini erano un miraggio, avendo spesso poco budget e senza sapere bene come si comporterà questo regista, come si evolverà lo spettacolo e senza conoscere in anticipo come andranno le vendite o ancora peggio cosa il direttore artistico si inventerà da un giorno all’altro per complicarci la vita.
Anche per noi in teatro, esattamente come nella pandemia, vengono poi fuori un sacco di variabili, perché quando tutto sembra sistemarsi salta fuori un personaggio brasiliano o inglese non previsto nel copione, la scenografia diventa improvvisamente più complessa, i costumi si moltiplicano o addirittura un attore un po’ ambizioso, al posto di studiare la parte sul palcoscenico va in giro a farsi i selfie mentre corre e siam costretti a farlo uscire dalla compagnia dicendo che era stanco.

Ovviamente qui parliamo solo di organizzazione e nessuno ha la pretesa di discettare di medicina o pretendere ricettine semplici per risolvere questioni scientifiche complesse come il Coronavirus, ma proprio perché il campo medico è fuori dalla portata politica e amministrativa, cerchiamo di focalizzarci sull’unico risultato pratico che dovevano raggiungere coloro che muovono leve e risorse della nostra sanità pubblica come noi cerchiamo di portare a casa il debutto di uno spettacolo importante.

Se ci pensi papà, è proprio come la campagna vaccinale: abbiamo qualcosa da risolvere e preparare in un tempo prestabilito con un sacco di pubblico e gente che vorrà sicuramente partecipare. Se non siamo pronti per andare in scena, se la macchina tecnica non funziona o gli attori sono scarsi va a finire che ci lanciano i pomodori o peggio ancora la gente rivuole indietro i propri soldi perché non gli abbiamo garantito uno spettacolo di qualità e quando siamo chiamati ad andare sul palco e a fare il nostro benedetto lavoro facciamo una incredibile figura di merda.
backstage

Gli elementi su cui intervenire papà sono proprio gli stessi.  Come i nostri governanti, direttori e super commissari abbiamo sostanzialmente tre variabili: le persone, cioè i professionisti più o meno bravi, costosi o disponibili sul mercato, il budget e infine ovviamente il tempo.
Il nostro scopo, cioè quello dell’organizzatore, è combinare e usare questi tre elementi al meglio per arrivare pronti al debutto che, come per il vaccino, sapevamo ampiamente per tempo quando sarebbe arrivato.
Certo, man mano che si avvicina il giorno fatidico della prima consegna, della prima puntura, della prova generale e del debutto, l’adrenalina e lo stress aumentano ma noi papà, che siamo tutti professionisti preparati e con specifiche competenze maturate negli anni, al risultato ci arriviamo sempre dignitosamente, così che poi fioccano gli applausi per tutti. Il pubblico è contento e noi anche, pronti a miscelare di nuovo insieme team, budget e sfide complesse.
Pensa papà, che da dieci anni questa cosa chiamata organizzazione la insegno pure e io stesso l’ho anche imparata a mia volta da professionisti incredibili che non si sono certo improvvisati. Dico che questo mestiere, quello dell’organizzatore, è una vera professionalità che va difesa e rispettata, perché altrimenti pensano tutti di saper governare la complessità e credono di poter organizzare un grande progetto per migliaia di spettatori come hanno fatto la festa a sorpresa per il proprio fidanzato.
Ai miei studenti faccio fare queste cose stupide che si chiamano budget, schemi, Gantt, tabelle, SWOT, analisi, simulazioni di ogni tipo. Poi gli dico sempre che il team è importante, che bisogna creare fiducia e che soprattutto bisogna rispettare le scadenze per generare rispetto ed empatia. Loro anche se son studenti son bravi, applicano queste semplici regole e fanno sempre dei progetti bellissimi e altrettanto professionalmente li portano regolarmente a termine.
Quelli di Regione Lombardia invece no. Pur avendo mesi di tempo per arrivare al loro debutto e pur avendo un sacco di soldi e personale per arrivare pronti alla grande campagna vaccinale… niente! Collasso, débâcle, polemiche, fallimento totale ogni giorno da un anno a questa parte.
Ed è così che lo spettacolo che dovevamo organizzare su nostra delega, da un momento di gioia è diventato una farsa e continua ad essere peggio ancora una vera e propria tragedia per moltissime famiglie lombarde.
I tre attori principali, che vorremmo tanto fossero solo comparse, da quanto sono inutili e incapaci, purtroppo svolgono tutti il ruolo da protagonista.

fontana mascherina

E sentendosi delle star già arrivate, al posto di star lì a lavorare, studiare il copione, e capire da che parte almeno sta il palcoscenico, si continuano a pavoneggiare, imbellettare, e a rilasciare interviste e addirittura, tu pensa, a fare post e foto sui fallimenti del compagno di camerino.
In questo modo in Lombardia sta andando in scena un fallimento, totale e ampiamente annunciato.

È come se fossimo arrivati completamente impreparati al giorno del debutto, totalmente disorganizzati al giorno dell’inizio della campagna vaccinale quando lo sapevamo da mesi che sarebbe dovuta andare in scena.

Quando il pubblico stava per arrivare e nel momento stesso in cui sono arrivati i vaccini, tutta la compagnia e l’organizzazione erano completamente impreparati: chi ancora doveva truccarsi, chi girava per il palcoscenico senza costume, chi recitava nel foyer, chi non sapeva quali cambi di luce fare o chi non sapeva dove andare a recuperare le scenografie.

Questo è quello che è successo. Movimenti convulsi, proclami e promesse a caso, mentre fuori la folla voleva risposte perché era già tutta pronta per godersi lo spettacolo, esattamente come vedevano fare in altre Regioni meno presuntuose della ricca Lombardia.
In Italia lo capiamo sempre troppo tardi che bisogna investire sulle professionalità e sulle competenze. Solo alla fine delle tragedie ci ricordiamo dei vulcanologi o dei geologi o degli esperti di qualche settore strategico.
Prima e durante mai. Più facile invece chiamare i commissari straordinari, i supereroi o invocare le super deleghe piuttosto che farsi trovare pronti e organizzati come ci si aspetta da chi dice di esser la Regione più efficiente d’Italia.

Invece no, dopo aver passato anni ad insegnare l’importanza dell’organizzazione, a cercare di far riconoscere l’organizzatore e il project manager come delle vere professioni e a portare queste competenze nella mia esperienza politica, ho capito solo ora e sulla nostra pelle che qui in Lombardia certe scelte le abbiamo continuate a fare su tutt’altre basi sicuramente ben lontane dalla competenza, figuriamoci poi da un minimo di organizzazione sensata.

box office

Quindi papà, adesso che hai capito che lavoro faccio e ti è chiaro quanto è importante essere organizzati, non aver paura di prenderti il Covid o di non riuscire a vaccinarti; non essere spaventato dalle code o dai siti strapagati che vanno in crash; non temere i call-center che non ti rispondono e i sistemi di tracciamento saltati. Non ti arrabbiare perché vaccinano categorie a caso solo perché hanno associazioni che fanno più pressione delle altre, non ti arrabbiare perché vedi medici stremati o infermieri sfatti, non ti incazzare tu che facevi il maestro e ci parlavi sempre di quanto fosse importante la relazione corporea nell’educazione mentre ora i bambini sono a casa cinque ore davanti ad uno schermo da soli, non ti offendere quando vedi la gente una addosso all’altra tra gli scaffali dei supermercati sempre pieni mentre i teatri, con le loro belle seggioline ordinate e distanziate sono ancora vergognosamente vuoti. Non ti arrabbiare.
Abbi fiducia, magari i nostri governanti vedendo questo schifo che hanno combinato con la loro incompetenza e scelte sbagliate, alla fine un minimo di dignità la trovano e si dimettono.
E stai tranquillo, i miei studenti son pronti, sono sicuro che saprebbero organizzare comunque tutto questo molto meglio di loro!

 

P.S.  Mal che vada, nel caso peggiore, facciamo sempre come nei film americani che piacciono a tutti e non scontentano nessuno: prima o poi arriva sempre l’esercito.

Godzilla con esercito

 

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