Milano

Il riuso dei beni confiscati alla mafia: l’Italia migliore che c’è

24 Giugno 2017

È un’iniziativa promossa dal Centro Studi Grande Milano, l’Università Statale di Milano e la Città Metropolitana. La costruzione di un laboratorio( Laboratorio per il riuso dei beni confiscati alla mafia) per la presentazione di progetti imprenditoriali sviluppati da diversi team. Città  coinvolte: Rozzano, Gaggiano, Buccinasco, Cornaredo. Terre in cui la mafia è  riuscita ad entrare inquinando le economie locali, infiltrandosi negli appalti pubblici. Quest’iniziativa vuole essere una risposta

Una risposta che, molto bella, arriva soprattutto da loro: gli studenti coinvolti.

A Gaggiano il Giardino del Primo Passo, tratto dai Cento Passi di Marco Tullio Giordana: un bene confiscato a Salvatore di Marco, narcotrafficante ed in cui il team di ragazzi immagina di creare aree da donare alle famiglie con passeggiate e spazi per tavoli da gioco, aree cani, area sport, e per bambini

Da Buccinasco arriva la proposta del progetto Sunrise un’idea che unisce il vecchio mestiere  dell’ortofrutta alla moderna idea di aggregazione sociale.

A Cornaredo un brillante team di giovani propone “Do It” uno spazio per la riparazione di auto e moto e nello stesso tempo un’ area di relax e di socializzazione

Da Rozzano il Nido nel Bosco un’idea imprenditoriale in cui mettere insieme due mondi contrapposti: asilo nido per bambini e la presenza di anziani.

L’Avvocato Daniela Mainini Presidente del Centro Studi Grande Milano

Il Prof. Mario Benassi ordinario di Economia e Gestione Aziendale dell’Università  Statale di Milano: “Molti Asset sono inutilizzati, da qui l’idea del laboratorio”

Antonio Girelli Presidente commissione antimafia Regione Lombardia

In sintesi ecco i progetti presentati nel servizio che potete vedere qui sotto

I protagonisti:  Ecco Adele del progetto Do It, di Cornaredo

Patricia e Giorgia del progetto Sunrise di Buccinasco: è  interessante perché Patricia,  laureata in Italia, è  nata in Guatemala. Con lei commentiamo anche lo Ius Soli. Volevo il punto di vista di chi, nata all’estero, scrive studia pensa progetta il suo futuro e combatte la mafia, in Italia

Questi invece sono Mauro Bergamaschi e Matteo Briccola. Sono i tutor del progetto Do It di Cornaredo.

Della loro testimonianza voglio riportare questo frammento. Loro avrebbero potuto migrare all’estero e lavorare a Londra o negli Stati Uniti. Mi sono voluto far dire perché  hanno deciso di rimanere  in Italia anziché migrare

Il sindaco di Gaggiano, Sergio Perfetti: uno dei paesi dell’hinterland milanese in cui la mafia ha spesso cercato d’inquinare l’economia locale

 

 

 

 

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