Milano
Il prolungamento della M5 a Monza non è necessariamente una fregatura
Lorenzo Tondi sostiene che il prolungamento a Monza della linea M5 lilla della metropolitana milanese sia una “fregatura”, ma con argomentazioni discutibili.
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“La zona compresa tra Viale Fulvio Testi e Viale Monza è già servita dalla linea Rossa e fino a Bignami dalla linea Lilla, dunque il beneficio marginale di servire la tratta tra Bignami e Monza Bettola è molto basso.”
Viene voglia di rispondergli à la Castelli un bel “Questo lo dice lei“. Non ha infatti alcun senso che M5 attualmente termini a Bignami, succede così perché lì finisce il Comune di Milano, non perché lì finisca la città, che va ben oltre.
La politica passata delle infrastrutture è certo da biasimare, ad esempio si è speso un sacco di soldi per costruire prima la metrotramvia 31, che della M5 costruita successivamente è in gran parte un doppione. Prolungare la metropolitana 5 verso Cinisello Balsamo o verso i confini di Monza però sarebbe più che logico e il capolinea del primo lotto previsto a Bettola avrebbe il grande pregio di poter fornire un ampio parcheggio di corrispondenza, che a Bignami non potrà mai esistere e che a Cinisello Balsamo non saprebbe intercettare chi arriva con la SS36 Milano-Lecco , la A4 Milano-Bergamo e la A52 Tangenziale Nord.
Non sono un grande fan della M5, sia per la scelta miope di costruire una linea per pochi vagoni di minori dimensioni, sia per il project financing, usato anche per M4, che dissanguerà per decenni il trasporto pubblico milanese, perché indebitarsi è stato molto più costoso per un gruppo privato di quanto non sarebbe stato per un Ente pubblico, tuttavia ritengo che sia sensato prolungarla fino a Bettola, soprattutto dotandola di un deposito-officina che ora manca inspiegabilmente, vorrei dire incoscientemente. Il percorso assurdo fra Porta Garibaldi e Isola, obbligato dalla mancanza di coordinamento con la costruzione dei grattacieli di piazza Gae Aulenti, porta ad una anomala usura delle rotaie e delle ruote, ma per fare manutenzione ora bisogna trainare i treni con una locomotiva Diesel all’officina della linea 2.
Dopo Bettola per la M5 sarebbe decisamente un’altra storia, che andrebbe chiamata “la metropolitana di Monza”, infatti è catalogata come lotto 2.
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Per decenni i monzesi hanno giocato a fare gli indipendenti, hanno ottenuto la loro inutile provincia e si sono opposti all’arrivo della metropolitana di Milano. Lo stesso avevano fatto gli abitanti di Sesto San Giovanni, salvo ripensarci trent’anni fa, quando era chiaro il tramonto della città operaia e delle sue acciaierie. Ora Monza ha bisogno di essere collegata il più possibile a Milano, la ferrovia resta l’ideale perché è veloce, ma non basta e va bene anche un mezzo ben più lento ma capillare, soprattutto all’interno di Monza.
A Bettola arriverà, come ricorda Lorenzo Tondi, anche la linea M1 da Sesto FS, a Dio piacendo verrebbe da dire, perché il cantiere è rimasto abbandonato per anni, un rischio che, va detto, è assente con il project financing. Quale è meglio far proseguire da Bettola verso Monza? La M1 o la M5?
La M1 sarebbe più costosa e la minore capacità della M5, insieme ai minori raggi di curvatura, probabilmente la rende più rispondente ai bisogni di Monza. Non va dimenticato che a Bettola i passeggeri saranno liberi di passare da una linea all’altra.
Piuttosto resta da chiedersi perché il previsto prolungamento della M5 non sia inserito in un quadro di sviluppo del trasporto pubblico interno a Monza, che ora è debolissimo e che non verrà risolto da UNA linea di metropolitana, non supportata da una rete afferente. Il sospetto è che, come al solito, si privilegi la soluzione ad effetto, appunto la metropolitana, rispetto a scelte complementari, ad esempio alla soluzione del collo di bottiglia ferroviario del Bivio Mirabello a Milano, che limita il numero e la frequenza dei treni possibili da Monza a Milano Porta Garibaldi, che impiegheranno sempre un terzo del tempo necessario con la M5.
Il prolungamento della M5 non è necessariamente una fregatura, anche se non basta, perché non ci vuole una linea, ci vuole una rete, pensata nel suo complesso e non aggiungendo pezzi a caso nel tempo.
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Non ebbe senso costruire la metrotramvia sopra viale Fulvio Testi e poi la metropolitana sotto il viale. Non avrà senso fare a Monza una metropolitana quando quasi non ci sono i bus. Non ha senso spendere un miliardo per la metropolitana e nulla per la ferrovia, che è ben più veloce. Non ha senso costruire senza un piano logico dei trasporti locali, che non sia schiavo della spesa keynesiana e dell’effetto taglio del nastro prima delle elezioni.
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