Milano

I no Expo stranieri vanno espulsi? Per la questura sì, per il giudice no

28 Aprile 2015

Per la Questura al corteo del primo maggio avrebbero potuto fare danni, per il giudice possono continuare a godersi la primavera italiana e partecipare alla manifestazione. Non è la prima volta che Polizia e magistratura hanno visioni diverse, però questa è abbastanza clamorosa perché stiamo parlando dei primi potenziali ‘guastatori’ della festa dell’Esposizione Universale, a tre giorni dal via, e non di gente che avrebbe preso mazzette per pilotare appalti.

Tre tedeschi e un francese, indagati dalla Procura per detenzione di oggetti atti a offendere e occupazione abusiva di case popolari, erano stati identificati dalla Digos durante un blitz la notte scorsa al Giambellino, alla periferia della città. La Questura aveva poi chiesto di allontanarli dal nostro Paese, ma il giudice Olindo Canali, dopo un’udienza in cui li ha ascoltati uno per uno, ha deciso che non c’è nessuna prova del legame tra la loro presenza in uno degli spazi perquisiti e i picconi, le maschere antigas, i bastoni con le punte di ferro che sono stati trovati. Insomma, troppo frettoloso per il magistrato il provvedimento della Polizia che, denuncia il legale degli indagati, Eugenio Losco, “è stato firmato con un timbro ed era molto generico”.

Il primo indagato straniero per Expo a comparire davanti alla magistratura italiana è stato un tedesco di 56 anni, capelli e barba lunghi e candidi, come candide sono le risposte date a Olindo Canali che deve decidere sulla sua espulsione dall’Italia. “Lei che lavoro fa?”, domanda con tono bonario il giudice. Prima risponde che fa il “dipendente”, poi, rivolto all’interprete, non si capisce se scherzando o serio: “Perché devo dire queste cose? Non voglio essere licenziato nel caso in cui risponda”. Canali sorride e poi lui affonda: “Se mi dovessero licenziare farei causa allo Stato italiano”.

Tutto ciò è accaduto nella cornice di un’aula impreziosita da un dipinto con bandiere di tutto il continente firmato da Salvatore e Laura Fiume e intitolato ‘La giustizia e la pace tra gli Stati d’Europa’. Certo, ora il buon Olindo Canali deve augurarsi che il primo maggio pace sia o, se dovesse essere guerra, non per mano del tedesco barbuto e degli altri da lui ‘salvati’,  due della sua stessa nazionalità e una ragazza francese.

Manuela D’Alessandro

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