Lavoro
I lavoratori Airitaly contestano Giorgetti in Via Bellerio
Si sono ritrovati davanti alla storica sede della Lega Nord che fu di Bossi e della Salvini Premier, oggi. Nel mirino il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti. Oggetto della contestazione: la chiusura della compagnia di volo, AirItaly
I Lavoratori della compagnia sardo qatariota, infatti, lottano in queste ore per evitare il licenziamento delle 1322 unità tra Piloti e Assistenti di Volo e Personale Tecnico di Terra.
Combattono “per le loro famiglie, per difendere il diritto al lavoro, sempre più calpestato; e i principi stessi che con coraggio e forza cerchiamo di sostenere ormai da 21 lunghi mesi.”
“Questo Paese, dicono ancora, ha un gran bisogno di riconquistare diritti erosi e tutele per i tantissimi lavoratori oggi in difficoltà.”
Le parole del ministro leghista per cui “non è possibile affrontare una crisi in fase terminale”, è stato non solo uno schiaffo, ma un insulto per migliaia di lavoratori.
“Peggio ancora sapere che un ministro di Varese ha abbandonato una realtà industriale come quella dello scalo di Malpensa, ormai lasciato nelle mani delle compagnie straniere” aggiunge un altro dipendente.
“Sono madre di famiglia e ho un mutuo da pagare e sono da sola, rivoglio il mio lavoro, dopo 31 anni, quello so fare”
La Airitaly non spiccherà più il volo, fermata dalle perdite economiche che l’11 Febbraio del 2020 avevano portato l’azienda alla liquidazione e alla successiva richiesta di licenziamenti collettivi, bloccati solo dalla pandemia. L’azienda tuttavia non intende recedere dalla decisione di chiudere la liquidazione in via definitiva. Ma loro, quelli che l’azienda l’hanno tenuta in piedi fino a quando è stato possibile, non ci stanno. E si spingono fino qui. Ai piedi di quel movimento per cui prima c’era il nord.
Oggi il vento e l’orizzonte politico, da via Bellerio, guarda in altre direzioni. E per Airitaly, non c’è spazio. Non più.
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