Milano
hannibal greg
Il desiderio nasce da quello che osserviamo ogni giorno.
Non senti degli occhi che girano intorno al tuo corpo?
E i tuoi occhi non cercano fuori le cose che vuoi?
(Hannibal Lecter)
Villongo, (BG) 1988, sul paginone del giornale c’è la foto di Greg Louganis che alle olimpiadi di Seul ha battuto la testa sul trampolino, qualche goccia di sangue ha creato una macchiolina nebbiosa nell’acqua della vasca, niente di grave. Il tuffatore è una sorta di dio in terra, fortissimo, bellissimo, agilissimo; il suo allenatore dice che ha la forza di Baryšnikov e la grazia di Nureyef e fa sembrare naturale anche il triplo e mezzo rovesciato raggruppato: il temutissimo 307C, Il “tuffo della morte.
Louganis eseguirà perfettamente questo volo dalla piattaforma e consegnerà alla leggenda la sua prestazione, definita dai giornali poesia della caduta.
Il prete è venuto a benedire la casa, io madre e sorelle siamo davanti a lui in cucina, sembra ci debbano fucilare, invece al suo comando facciamo solo il segno della croce. La cosa è veloce perché di case da benedire ce ne sono tante, da bambinone ti sembra normale che ognuno abbia una casa, non importa in affitto o di proprietà perché in fondo basta avere un lavoro.
Nel 1995 anno in cui Greg Louganis dichiarerà di essere gay e sieropositivo, la doppia confessione pubblica lo farà tornare all’incidente di Seul e sui timori che ebbe di aver potuto infettare qualcuno, paura infondata dato il rapporto tra le poche gocce di sangue, la quantità di acqua e il cloro.
Nonostante la biografia di quest’uomo sia piuttosto feroce: tormentato figlio adottivo che inizia a fumare a 9 anni e a 11 già beve, questo ragazzo che viene discriminato per colore della sua pelle e per la delicatezza dei suoi modi dimostra, coi suoi timori infondati, che il male subito è niente rispetto a quello che si fa (o si potrebbe fare).
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