Milano

Guarire l’Epatite B si puo’: “Vincendo un bando e senza aiuti politici”

11 Luglio 2017

E’ la Regione Lombardia a dare un importante contributo alla realizzazione di farmaci innovativi per curare definitivamente l’epatite B cronica.
Grazie all’Accordo per la Ricerca sottoscritto dall’assessore all’Università, Ricerca e Open innovation, Luca Del Gobbo,
con il presidente di Promidis srl, Pietro Di Lorenzo, si
concretizza la possibilità di raggiungere un risultato straordinario.

NE SOFFRONO 300 MILIONI DI PERSONE – “Quando parliamo di epatite B – ha detto Del Gobbo – parliamo di una patologia causata dal virus HBV che intacca pericolosamente un organo vitale come il fegato. Il 5 per cento degli adulti e oltre 50 dei bambini al di sotto dei 5 anni infettati da questo virus diventano malati cronici. Su scala mondiale sono 300 milioni le persone affette da questa patologia, di cui 1 milione muore ogni anno”.

“I malati quindi – ha sottolineato l’assessore – devono assumere farmaci per tutta la vita e questo significa costi elevatissimi per il sistema sanitario e la non certezza di ridurre il rischio del cancro al fegato”.

Un farmaco che nasce dalla ricerca italiana, sostenuta e finanziata dalla regione Lombardia, dopo un bando aggiudicato senza che la politica abbia fatto nulla più  di ciò  che era chiamata a fare, valutare nel merito la ricerca, può  significare la salvaguardia di tante persone, decine di milioni non solo in Italia ma anche all’estero

Pietro di Lorenzo, Presidente della Promidis srl e Luca del Gobbo Assessore all’Università  e alla ricerca in Lombardia oggi hanno illustrato com’è nato questo accordo, e quali benefici potrà dare soprattutto ai malati di Epatite B. Da sottolineare le parole del Presidente di Lorenzo: “Non sapevo come si chiamasse l’assessore e non sono mai stato in Regione. Abbiamo vinto un bando sulla base del merito della ricerca. Considero questa, una notizia da prima pagina”.

Perché quando le cose sono fatte male, allora la cosa è “una notizia”. Quando in Italia le cose le facciamo bene, allora nessuno le racconta. La logica sottostante è: “tanto a chi interessa”.

Interessa eccome, sapere che c’è chi sa fare bene il proprio lavoro e magari sa portare un utile alla collettività. Bisogna però saper cantare fuori dal coro. Fuori dal gregge. Per far  conoscere alla gente quello che in Italia di buono sappiamo fare. Invece continua il tafazzismo.

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