Milano
Grattaevinci SUV
Ho due fisse.
Una. Da ciclista urbano che contempla il paesaggio, posso confermare che i cosiddetti SUV sono la metà di quello che circola a Milano. Dopo anni di azioni di scoraggiamento all’uso dell’auto in città, queste invece si moltiplicano e si gonfiano, come la rana della fiaba di Fedro. Più che una fiaba sembra però una barzelletta. Una sfilata macabra, di barconi lucidi di metallo, con dentro un umano piccinino piccino. In questa nostra Milano che fu pensata, e strutturalmente è rimasta quella, per tram e cavalli.
Due. Le tabaccherie con le tendine esposte di grattaevinci lampeggianti, di eureka miliardari, e dentro anziani e non solo, uno via l’altro, piegati su se stessi, con il braccetto frenetico e stanco. La botta di adrenalina, poi la sconfitta. Ripetuta. O la vincita penosa, che li illumina un istante. Ed è subito sera.
Due onde che mi disturbano (eufemismo). E sul mio personalissimo cartellino, spiegano una parte della decadenza, e del grande consenso a una politica rancida.
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