Milano
Giorgio Gori, Attilio Fontana: vi presento Massimo
“Sai, molti politici hanno manifestato la tua stessa sorpresa quando gli ho riferito la mia condizione di lavoro. A parte qualcuno che ha specifiche competenze sul lavoro, sono in molti a non sapere nulla”. Lui è Massimo Oddo, 46 anni, barista. Lavora alla buvette del Consiglio Regionale della Lombardia. Proprio a cinque metri dall’aula dove ogni martedì si tiene il consiglio regionale. Con tutti gli assessori, il Governatore Roberto Maroni e il Presidente del Consiglio Raffaele Cattaneo, l’assessore al Bilancio Massimo Garavaglia. E dove a partire dal mese di Aprile saranno i nuovi consiglieri e uno dei due tra Attilio Fontana e Giorgio Gori a prendersi un caffè in qualità di Governatore della Regione.
Tutti, compresi noi giornalisti, siamo stati al banco di Massimo. Dove con i suoi colleghi il martedì servono caffè, panini, spremute, biscotti a tutti coloro che in aula ci rimangono dalle 10 alle 20 con un’ora e mezzo di pausa dalle 13 alle 14.30.
È così che proprio andando a prendere un caffè ho chiesto a Massimo, dannata curiosità da giornalista, di dirmi che tipo di contratto avesse.
Presto detto: Massimo lavora in Regione dopo che la Elior Ristorazione Spa ha vinto l’appalto per questo genere di servizi e si è poi avvalsa di Manpower (azienda interinale di lavoro) per reperire la manodopera necessaria.
Manpower a sua volta fa firmare a Massimo un contratto di assunzione a settimana. Cioè: lui firma la sua assunzione con relativo contratto ogni sette giorni. Così ogni sette giorni gli viene liquidato il Tfr, poi bonificato con lo stipendio il 15 di ogni mese. Quindi Massimo da settembre 2017 ad oggi, approssimato per difetto, è stato assunto almeno 14 volte. E il suo contratto è “andato in scadenza” almeno 13 volte (sempre approssimato per difetto, visto che settembre ottobre novembre hanno 4 settimane e che a Dicembre s’è lavorato fino al 22 e poi mercoledì 27 giovedì 28 e venerdì 29).
Il contratto è un Quinto Livello, la retribuzione massima di 1250 Euro netti, per un massimo di 40 ore settimanali. Tutto perfettamente legale.
La domanda è: si può vivere una vita costruendosi un futuro in queste condizioni? Senza sapere da venerdì a venerdì se sarai assunto e in che modo, cioè per quanti giorni? E soprattutto: è dignitoso che un’istituzione pubblica consenta che al suo interno sia utilizzata questo genere di contrattualistica? Cioè che nello stesso spazio (l’area antistante l’aula del Consiglio Regionale) ci siano persone (i consiglieri, il personale tecnico) che hanno contratti che durano per l’arco temporale previsto dalla legislatura, cioè cinque anni, e che chi serve per lo stesso periodo caffè al banco, debba veder rinnovato il proprio contratto settimanalmente?
Già che c’ero mi sono anche domandato: ma l’Istat come calcola questi posti di lavoro? Cioè: se i ragazzi del bar (sono 4, uno assunto a tempo indeterminato, gli altri tre con il contratto di Massimo) sono assunti una volta a settimana, lavorando per 50 settimane l’anno, significa che (i tre) stipulano 150 contratti l’anno. L’Istat li considera come 3 posti di lavoro, o come 150 posti di lavoro creati?
Ecco la risposta che mi hanno mandato dagli uffici competenti:
I posti di lavoro conteggiati dall’Istat in una situazione di questo genere, qualora fossero intervistati nel campione della Rilevazione sulle forze lavoro i 3 lavoratori del bar, sarebbero 3
Infatti ogni individuo estratto nel campione risponde in merito alla sua condizione occupazionale nella settimana di riferimento dell’indagine.
Non so come la leggiate voi questa risposta. Personalmente in italiano la leggo cosi: se l’Istat ogni settimana rileva i posti di lavoro, calcolerà i lavoratori della 22.ma settimana dell’anno, e poi calcolerà quelli della 34.ma settimana (per esempio).
E dunque mi domando: alla fine dell’anno le singole rilevazioni sono sommate? Oppure su base statistica si calcola la 22.ma con la 34.ma e poi si fa una media? Perché anche in questo caso la media sarebbe data da due contratti precari in cui uno lavora due giorni e uno quattro. E in due non si fa uno stipendio sufficiente a campare in modo dignitoso.
Massimo Oddo, 46 anni ecco cosa ci ha detto
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