Milano
Giorgio Armani sfila in un silenzio surreale per protestare contro la guerra
La settimana della moda milanese giunge al termine mentre il Mondo è sconvolto dalla tragedia umanitaria dell’Ucraina
I riflettori stanno per spegnersi sulla Fashion Week di Milano donna autunno-inverno 2022/2023, in una domenica densa di appuntamenti, tra cui uno dei più attesi, come la sfilata(uomo/donna) di Giorgio Armani, assente negli ultimi mesi dalle passerelle italiane ed internazionali a causa dell’emergenza pandemica.
Le due note d’attualità che debbono necessariamente precedere il puro commento tecnico degli abiti presentati dallo stilista piacentino, Re indiscusso della moda made in Italy, vertono, in primis, sulla voluta assenza di sottofondo musicale, mentre i modelli e le modelle portano in scena le creazioni maschili e femminili realizzate da Armani per la prossima stagione invernale. Una scelta decisamente forte e fuori dal coro, per protestare contro la guerra tra Russia ed Ucraina, e manifestare la propria vicinanza e solidarietà ad una popolazione, quale quella del Presidente Zelensky, che viene colpita in queste ore da una immane tragedia umanitaria, con migliaia di donne e bambini costretti a fuggire per non cadere sotto i colpi di una invasione folle ed insensata, mentre gli uomini rimangono in patria per resistere e combattere le truppe armate da Vladimir Putin.
La seconda nota di carattere aziendale, riguarda il fatto che, Giorgio Armani, ha invitato a presenziare alle sue sfilate, tutti i dipendenti della sua griffe, in segno di ringraziamento per il duro e logorante lavoro svolto in questo biennio complicato a cui ci ha costretti il Covid-19, con un sacco di restrizioni di carattere sociale, e pesanti ripercussioni sul contesto economico e finanziario, dalle quali il patinato mondo della moda non è rimasto indenne, seppur in speranzosa ripresa.
Assai commosse le parole dello stilista per spiegare la decisione di sfilare senza musica:
«Non possiamo ignorare la tragedia che si sta svolgendo intorno a noi. Questo non vuol dire che dobbiamo fermarci, ma penso che non sia il caso di festeggiare. La mia decisione di non usare nessun tipo di musica è stata presa in segno di rispetto per tutte le persone coinvolte nella tragedia in corso in Ucraina. Qualche ora prima ho pensato a cosa potevo fare io per ciò che succede, non è l’invio di soldi o vestiti ma segnalare il mio battito del cuore per questi bambini». Considerazioni queste, che denotano una grandissima sensibilità ed umanità dell’uomo prima che degli interessi dell’imprenditore di fama mondiale quale è.
Giorgio Armani porta in passerella l’essenziale
Nella raccolta location del Teatro in via Borgonuovo a Milano, in passerella, Armani esalta l’essenziale relegando nell’oblio l’eccesso del superfluo nei vestiti che appaiono come possedere un’anima. Abiti dal taglio fluido, che delinea delicatamente ma in maniera chiara il corpo, assecondandolo nelle sue movenze.
Tessuti che scintillano, facendo risaltare i toni dell’argento, i bagni di velluto, dai colori eleganti ed universalmente armoniosi, in grado di far emergere l’interiorità che riempie un vestito, prima della forma.
I modelli maschili al contempo, si presentano come perfettamente incastonati in una cornice di sobria raffinatezza, addolcendo la classica tenuta in giacca e cravatta, di richiami prossimi all’autenticità del proprio modo di essere e di presentarsi nella società. Insomma un uomo ed una donna non inarrivabili, bensì pregni di eleganza luminosa e concreta.
Tra le sfilate odierne anche DSquared2, Luisa Spagnoli, Laura Biagiotti .Rimane il minimalismo in passerella per Miuccia Prada e Raf Simons. Attraverso pezzi icone, frutto di rivisitazione in chiave attuale, si riscrive e rivive la storia, con gonne pencil, blazer, abiti formato cappotto, tessuti leggerissimi per le sottovesti decorate da ricami e perle.
Rispunta la canottiera bianca, mentre da Bottega Veneta, debutta il nuovo direttore creativo, Matthieu Blazy, che ha scelto di far sfilare il jeans e la canotta bianca.
Gucci si fonde con Adidas, dando vita ad un mix colorato fluo sartoriale e glamour, spiazzando tutti.
Donatella Versace porta in scena il tweed nei suoi completi, abbinati a guanti di lattice, stivali di vernice fino al ginocchio e tacchi altissimi, corpetti di pelle, dal richiamo sexy-punk.
Missoni, si affida ad un capo simbolo come l’accappatoio, in paillettes e cristalli, sullo sfondo delle ineguagliabili fantasie della storica casa di moda nata a Sumirago.
Max Mara, duella tra maxi e mini, tra taglie over e skinny, indossando il morbidoso e pregiato Teddy Bear, sotto forma di tute, bermuda e semplici magliette. Ai piedi stivali e cuissard di lana sorretti dalla suola in gomma, sotto ai leggins.
Domenico Dolce e Stefano Gabbana puntano tutto su un eccesso di volumi e spalle esasperatamente larghe, così come pure il punto vita ed i fianchi in nome del cosiddetto “Metaverso”.
Nuova scommessa per il marchio di calzature di lusso dei Fratelli Rossetti, con l’inaugurazione del nuovo store in Galleria Vittorio Emanuele, che ha presentato una collezione di scarpe realizzate con una lavorazione propriamente definita “knots”, cioè a”nodi”, con contestuale ristrutturazione dell’iconico mocassino Brera, emblema della griffe, riproposto in una versione tempestata di frammenti di stelle impresse nella pelle, dalla rifinitura metallizzata.
Anche il ricchissimo circo della moda, pur nel suo moto vorticoso in cui lo spettacolo deve necessariamente primeggiare e stupire, attraverso il gesto di Giorgio Armani, testimonia come nel silenzio, in segno di protesta, si possa esprimere il dissenso ed al contempo una vicinanza profonda per qualcosa che minaccia e paralizza la serenità di tutti.
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