Milano
Generazione Milano, un differente modello di associazionismo
Giovani e politica. Difficile oggi trovare una linea di connessione tra le due cose.
I giovani sono un’ entità poco definita, che sistematicamente – ad ogni campagna elettorale – si ritrova ad essere protagonista inconsapevole dei candidati, ma che poi alla fine non viene mai effettivamente presa in considerazione. Questo probabilmente perché vi è la tendenza a rivolgersi ai giovani come ad un’unica categoria, mentre si tratta di un vero e proprio universo eterogeneo e trasversale.
All’ interno di questa galassia, a livello milanese, esistono due poli opposti.
Ad un estremo quella minoranza di ragazzi e ragazze che fanno – o meglio, cercano di fare – politica, e che sono identificabili, se vogliamo utilizzare un termine un po’ datato, come ‘militanti’. Ci sono i ragazzi dei centri sociali; c’è l’UDS, sindacato studentesco, e Link, ossia la corrispettiva versione universitaria; ci sono le tante liste di rappresentanza e i collettivi degli atenei milanesi e infine ci sono i Giovani Democratici, la giovanile del Pd che in questo momento sta affrontando una profonda crisi esistenziale e che difficilmente vedrà un evolversi positivo di questa.
All’estremo opposto troviamo invece una massa indistinta di ragazzi che forma pseudo-giovanili o che inneggiano a personaggi discutibili con l’appellativo di ‘Capitano’ per la difesa del ‘Sacro suolo padano’. Questi non possono essere categorizzati sotto un vero e proprio profilo sociale o partitico: essi vivono; ci sono e basta.
Tra questi due mondi opposti esiste un vero e proprio oceano. In questo mare magnum ci sono la stragrande maggioranza delle ragazze e dei ragazzi milanesi che probabilmente ha anche voglia di dire la propria per il futuro di questa città, ma che purtroppo non trova spazio per farlo.
Per rispondere a questa esigenza è nata da poche settimane Generazione Milano.
Ne fanno parte ragazzi e ragazze che hanno partecipato ai comitati delle primarie (per Majorino, per Sala e per Balzani), giovani dei collettivi, rappresentanti d’istituto, semplici studenti e giovani di differenti comunità etniche e religiose. Questo gruppo racchiude proprio tutti quei ragazzi che non riuscivano ad identificarsi nelle giovanili già esistenti, e che avevano bisogno di qualcosa di veramente innovativo.
L’obiettivo di Generazione Milano è quello di creare una piattaforma di idee, contenuti e proposte per la futura amministrazione della nostra città che riunisca una gran quantità di realtà giovanili milanesi.
I ragazzi di Generazione Milano sono convinti di poter costituire un gruppo numeroso, dinamico e attivo, pronto a impegnarsi per la propria comunità e occuparsi di politica, quella vera, portavoce dei problemi quotidiani di una generazione.
In questi 5 anni Milano è rinata, si è risvegliata dall’apatia creata dall’amministrazione di centro destra, e adesso ci vuole più coraggio: la vera sfida deve essere basata sui contenuti.
Se la maggior parte delle forme di militanza prima citate hanno molto probabilmente fatto il loro tempo, a Milano l’interesse dei suoi giovani non si è mai spento, ma si manifesta in altri modi: con il volontariato, con l’associazionismo, con i blog culturali, e altre forme simili. Le forme di associazionismo precedenti hanno fallito, non cogliendo l’opportunità di rispondere a quel bisogno che a distanza di anni ancora sussiste e che i ragazzi reclamano a gran voce. Milano è una città viva ed è stanca della staticità delle istituzioni nei loro confronti.
La capacità di Giuliano Pisapia – o forse la fortuna – è stata quella di aver saputo coinvolgere in qualche modo anche questi gruppi: i singoli individui che al momento giusto hanno voluto e cercato di farsi coinvolgere per partecipare alla grande rivoluzione arancione del 2011, la cui forza propulsiva non è riuscita a sopravvivere durante l’intera legislatura. Il modello arancione in toto è andato a sgretolarsi; in primis sul fronte giovanile, una volta terminata la campagna.
Oggi è difficile che il centrosinistra possa riproporre con questa campagna elettorale un coinvolgimento dei giovani, come è stato con Pisapia.
L’ambizioso progetto di Generazione Milano è dunque quello di creare un vero e proprio programma di politiche giovanili per una città che, a parer loro, ad oggi non riesce ancora ad affrontare la questione. Per realizzarlo, con ogni probabilità, sarà necessaria la creazione di un assessorato alle politiche giovanili in modo tale da instaurare un dialogo diretto con l’istituzione di riferimento e per far sì che non sia un’altra realtà che andrà a perdersi: vedremo se questa piattaforma saprà andare oltre o se morirà con la fine del periodo elettorale, come accaduto nel 2011.
Chissà se Generazione Milano sarà effettivamente in grado di rispondere a questa esigenza giovanile.
Tommaso Proverbio – L’Anguilla
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