Milano
Garattini: “Servono medici e infermieri e saranno stranieri”
Lo hanno premiato per i suoi meriti scientifici, per le migliaia di studenti che si sono laureati all’Istituto Mario Negri e le altrettante migliaia di pubblicazioni scientifiche che, anche grazie al suo lavoro, sono state condotte. Lo hanno premiato con la Rosa Camuna, il simbolo della Lombardia, perché é il numero uno dei numeri uno nella ricerca medica. Ciò malgrado Silvio Garattini, classe 1928, fa sfoggio di una lucidità impressionante non offuscata dagli anni di studio e dal peso di un’autoferenzialità che a novanta anni suonati avrebbe anche il diritto di poter sfoggiare. Anzi: a cagione di una consapevolezza fuori dall’ordinario, dice quello che pensa anche se i suoi pensieri articolati e incollati con il rigore della logica sono un pesante capo d’accusa proprio verso coloro che lo premiano.
Garattini attacca la miopia di una politica che non ha considerato le barriere ai corsi universitari di medicina un errore enorme e che pertanto adesso costringerà ad acquisire professionisti da altri paesi del mondo, con tanti saluti a coloro che vorrebbero dare la precedenza agli italiani. E non vale solo per i medici negli ospedali ma anche per gli infermieri. Che sono sempre più spesso di altri Paesi e continenti con buona pace di chi preferirebbe una valente fiera di professionisti autoctoni, che invece anche questo lavoro lo fanno sempre di meno, perché sempre di meno sono i nostri giovani.
Poi attacca il cuore dello Stato, che consente omicidi di massa: 70.000 morti l’anno solo per le sigarette, senza considerare l’alcool e la ludopatia. Tanto che il Governatore Fontana gli sta attaccato ad una ruota: “Grave errore il numero chiuso all’università se avremo autonomia in Lombardia prenderemo direttamente dei provvedimenti”.
Patrizia Baffi, neo consigliera del Pd, su questo tema dice la sua, nella veste di oppositrice a chi guida la Regione. “La mancanza di medici non è imputabile solo ed unicamente al numero chiuso delle università. La verità è che la sanità pubblica è al tracollo e tra qualche anno ne decreteremo drammaticamente la fine. L’incremento disomogeneo e senza programmazione della sanità privata ha creato uno squilibrio difficilmente gestibile”.
Garattini, Fontana,Baffi
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