Cinema
Un’iniezione di realtà dall’Italia e dal mondo al Festival del documentario
La forma documentario ha a Milano un nuovo spazio aperto al pubblico. Nasce infatti un Festival Internazionale dedicato al documentario che vedrà la luce nel fine settimana dell’11 dicembre nelle sale di UniCredit Pavilion. Terminati infatti gli appuntamenti musicali di quest’autunno, il nuovo spazio polifunzionale milanese di piazza Gae Aulenti 10 propone la prima edizione del Festival Internazionale del Documentario che, sotto il tema Visioni dal mondo. Immagini dalla Realtà, in cartellone dall’11 al 13 dicembre. Una ricca rassegna – 34 titoli, 24 anteprime, 12 in concorso – dedicata al documentario quale forma cinematografica che sta sempre più prendendo piede non solo tra gli operatori, ma anche nel gradimento di un pubblico che negli anni si è fatto sempre più curioso e interessato, competente ed esigente.
La rassegna organizzata da UniCredit Pavilion e dalla società di produzione Frankieshowbiz è guidata dalla direzione artistica di Fabrizio Grosoli, giornalista e critico cinematografico (Ciak, Cineforum, Cinema Cinema), ma anche produttore e distributore oltre che membro fino al 2001 della commissione di selezione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Quello che Grosoli ha così costruito, insieme con il direttore generale Francesco Bizzarri e lo staff di UniCredit Pavilion, è un festival che ha al centro l’idea di documentario come sguardo sulla contemporaneità, non avulso da una realtà che nei suoi stessi gangli produttivi e distributivi spesso denota un’incapacità di autocritica e di riflessione che il Festival Internazionale del Documentario intende invece rivelare e sviscerare.
Fra le dodici opere inedite in concorso, attira subito l’attenzione il lavoro di Matteo Gagliardi che con Fukushima: A nuclear story va a indagare con sguardo giornalistico la tragedia che sconvolse la società nipponica e anche il mondo e lo fa seguendo le orme di Pio d’Emilia, primo giornalista straniero a raggiungere la zona del disastro. Allo stesso modo, e sia pure con un linguaggio diverso da Gagliardi, attira Quello che resta di Michael Beltrami, una riflessione poetica sul tempo che passa e su quello che resta partendo proprio dai rumori comuni di un piccolo cimitero di paese, da quella pala e da quel piccone che segnano lo scorrere e lo “scadere” del tempo anche dei morti.
Il Festival internazionale del documentario accoglie dentro alle sue sale uno sguardo multiplo e mai banale, suadente ma anche imprevedibile nelle sue note di cinema totale che non declina mai verso un giornalismo didascalico o verso un vacuo sperimentalismo, ma che anzi rafforza il proprio linguaggio attraverso l’uso di quella che nel 1921 venne definita da Ricciotto Canudo la settima arte. L’iniziativa vede la partnership di Rai Cinema, Istituto Luce-Cinecittà e dell’Associazione Documentaristi Italiani Doc/it, mentre Martina Colombari sarà la madrina della rassegna.
Le collaborazioni instaurate denotano un’idea attiva di coinvolgimento di alcuni tra i più qualificati attori del settore. Nel suo insieme questa impostazione qualifica UniCredit Pavilion come nuova “casa del documentario” e testimonia la vicinanza al reale e al quotidiano nei suoi molteplici aspetti (dalle migrazioni alla malattia alla vecchiaia all’amore nella contemporaneità liquida, per citarne alcuni). Nello stesso tempo, indica una strada innovativa nell’uso di spazi culturali dalle caratteristiche versatili.
https://www.youtube.com/watch?v=nZPWLRCLe4w
Oltre al concorso, il Festival ospiterà alcuni eventi speciali tra cui un incontro sull’importanza oggi delle immagini nel lavoro giornalistico: Le immagini del reale oggi, tra news e reportage (domenica 13 dicembre) con tra gli altri Monica Maggioni, Ferruccio De Bortoli, Andrea Segre e Pio D’Emilia. Interessanti e da non perdere anche le due masterclass con Gianni Amelio (venerdì 11 dicembre) e Erik Gandini (sabato 12 dicembre). Da segnalare infine la rassegna dei film fuori concorso e la sezione Omaggio Rai Cinema: tra gli altri la proiezione di Triangle di Costanza Quatriglio che mette in relazione la tragedia della fabbrica Triangle che prese fuoco nel 1911 a New York e quella di Barletta in cui alcune operaie tessili morirono nel 2011 per un incendio.
Il Festival internazionale del documentario è dunque il primo vero tentativo di coniugare le esigenze di una produzione culturale dal basso con le aspettative di un pubblico che s’intende mainstream non più in maniera snobistica ed elitaria, ma quale punto d’arrivo di una riflessione che diventi da stimolo per la crescita culturale di una comunità e non di un ristretto gruppo di intellettuali o presunti tali: il Festival non rinuncia infatti alla qualità per rivolgersi a un pubblico ampio e aperto al confronto. La scelta di UniCredit Pavilion è indubbiamente ambiziosa e rientra in un movimento culturale più ampio che per vari gradi ha invaso in maniera positiva Milano negli ultimi anni. È un’occasione non solo di rilancio, ma anche di consolidamento di un percorso che vede la città di Milano tra le metropoli europee più dinamiche e attrattive.
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In copertina, un fotogramma di Esuli (Le Guerre),
in anteprima al Festival internazionale del Documentario a Milano
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